11 Maggio, 2023 - Nessun Commento

FORMIA-GAETA: SVILUPPO “SOSTENIBILE” DI UN MARE QUASI INSOSTENIBILE

Ho trovato il titolo su Il Messaggero di Latina dell’11 maggio 2023:
“Quarantesimo forum della costa, il Golfo punta su economia
sostenibile”. Mi sembra di sognare. Prima di questo (se la cifra è
esatta) vi sono stati altri 39 forum della costa, sotto il patrocinio
del Rotary Club e del Rotaract Formia-Gaeta, si è esaminato e discusso
di economia del mare. Proposito indubbiamente commendevole. E’ vero
che riguarda la costa del Tirreno, da quello ligure a quello laziale
(S.E.O), ma, appunto c’è dentro quello laziale, e Gaeta e Formia si
trovano nel Lazio e nel Tirreno laziale. Il forum ha deciso che
l’economia prossima ventura dovrà contare su una “economia
sostenibile”. La parola ”sostenibilità” (la prendo da Wikipedia) “è la
caratteristica di un processo o di uno stato che può essere mantenuto
a un certo livello indefinitamente. In ambito ambientale, economico e
sociale, essa è il processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento
delle risorse, il piano degli investimenti, l’orientamento dello
sviluppo tecnologico e le modifiche istituzionali sono tutti in
sintonia e valorizzano il potenziale attuale e futuro al fine di far
fronte ai bisogni e alle aspirazioni dell’uomo.” La definizione è
molto lunga e tecnicamente valida. Significa che i cambiamenti
dell’ambiente in cui si vive e si lavora dovranno avvenire nel
rispetto della “compatibilità”, ossia senza fare guasti destinati a
far scomparire le risorse esistenti o a danneggiarle in modo pressoché
irreparabile. A mio avviso, parlare dopo 40 anni di sostenibilità
delle aree costiere del Lazio e in particolare del Golfo di Gaeta è un
ossimoro, ossia una contraddictio in terminis. Come si può ancora
parlare di sostenibilità dopo aver istallato una raffineria di petroli
che è divenuta un deposito di petroli (bel bersaglio!), un campo-boe,
anche se praticamente dismesso, un Consorzio per lo sviluppo
industriale (in riva al mare); dopo aver costruito un porto
commerciale che, giustamente, segue il suo programma di sviluppo, ma
occupa territorio e crea non-compatibilità con esso; dopo avere
agevolato una urbanizzazione che ha preso possesso anche della
montagna retrostante e sta cominciando a produrre i suoi effetti
distruttivi (vedi disastro idrico, v. allagamento di parte di
Castellone)? Come si può seriamente parlare di sviluppo sostenibile,
dopo aver occupato una bella fetta di mare con impianti per la
coltivazione delle cozze e dopo aver scampato a un campo di
allevamento di tonni solo grazie a una polemica sui giornali?

Il Rotary fa bene a organizzare. Quello che manca è la materia prima
da organizzare. Un vero peccato.

24 Aprile, 2023 - Nessun Commento

OGGI 25 APRILE , GIORNO DELLA PACE

Sono del 1938, quindi ho “tecnicamente” vissuto gli anni della guerra.
Ho anche una fotografia, un po’ goffa a vederla oggi, in cui mi
esibisco in divisa di “figlio della Lupa” (ma forse no ne avevo ancora
gli anni). Ho della guerra molti ricordi concentrati attorno a due
parole: Fame e Paura. La Fame mi ha portato ad essere ricoverato nel
dopoguerra per riavermi di una magrezza scheletrica che mi stava
portando, immagino, a una situazione di irreversibilità mortale. La
Paura l’ho avuta per molti anni dopo la fine della guerra. Sognavo di
notte bombe e urla e macerie. Le macerie erano quelle di Cisterna, il
paese dove sono nato. Tutta la via Appia, che l’attraversa, era
fiancheggiata da palazzi demoliti pietra su pietra e da “passoni”, le
travi di legno che all’epoca costituivano i sostegni dei solai. Erano
praticamente cartapesta.

Ma della guerra ricordo anche le elezioni. Non sapevo neppure cosa
fossero. Ma le ricordo (penso fossero quelle del 1946 per la
Costituente o forse quelle per il referendum istituzionale del 2
giugno, o magari le primissime amministrative comunali. Ero ancora uno
scricciolo di bambino, ma andavo in giro per Cisterna ostentando un
distintivo verde a forma di Edera. Repubblica? Partito repubblicano?
Non lo so. So che mia Madre mi diceva di non esporlo e io le chiedevo
perché, se la guerra era finita. Poi lo capirai, mi diceva Lei.
Ricordo anche che sui muri interni dell’androne del vecchio Municipio
c’era un manifesto con una fiamma con i tre colori della bandiera
nazionale.  Pensavo che quello doveva essere il partito vincitore, con
quei tre colori. Invece mi dicevano: “Quelli sono fascisti”. E io che
ero bambino ma qualche nozione in testa mi era stata inculcata, mi
meravigliavo. Ma non hanno perduto? Sì, ma ci riprovano. E sono
proprio gli stessi. E io non capivo perché ci fossero quelli che ci
avevano portato alla guerra, alla morte, alle macerie, alla Fame, alla
Paura. Mi rispondevano con una parola che non capivo: è la democrazia.
Hanno perso ma noi gli diamo il diritto di aspirare a far parte di un
Paese democratico. Oggi è il 25 aprile 2023. Spero che – con qualche
eccezione – non siano ancora oggi quei signori. Oggi, comunque, è la
festa di noi ex bambini affamati e impauriti, ma sopravvissuti. E
dobbiamo festeggiare quel giorno in cui tornò la pace. No, si scrive
la Pace. Festeggiamolo.

4 Aprile, 2023 - Nessun Commento

LA DOLOROSA SCOMPARSA DI NELLO IALONGO

Ciao Nello Ialongo, Amico mio. Ti ho conosciuto quando facevi il Sindaco di Sabaudia, ma non ti conobbi perché eri sindaco, ma perché ti interessavi da geologo competente e sensibile alle cose belle che riempivano anche le mie scoperte della nostra Provincia, delle nostre città, che da subito furono assoggettate alla legge del non-rispetto per le cose belle. Prevaleva l’ansia di correre, di conquistare, di costruire, di occupare spazi, con case, palazzi, industrie sparse senza regola nel territorio, e le acque che scorrevano limpide erano diventate grigie e mortifere. Io scrivevo sui giornali e sommai sei o sette querele per diffamazione da costruttori, lottizzatori, inquinatori. E tu subisti l’onta di un processo penale solo per aver progettato con Enrico Ortese e pochi altri un Piano di salvaguardia delle aree del Parco del Circeo, si chiamava “Circeo 88”. Non ricordo come finì, ricordo che testimoniai in udienza per te e per altri Amici che difendevano dune e foresta e spiaggia. Ne sei sempre uscito a testa alta, ed io ebbi anche il privilegio di presentare un tuo libro di ricordi e di considerazioni sulla tua Città, Sabaudia. E quella sera di estate, nell’area interna del Municipio c’era tanta gente che ti voleva bene, che ti apprezzava, insieme ad altri Amici anche loro già partiti verso l’alto, Aldo Nardi, Vittorio Mambro, con i quali vi alternavate alla guida della Città con la passione di chi le ha voluto tanto bene, senza pensare ai propri interessi, ma agli interessi dei Cittadini che Voi servivate.

Ciao Amico mio, te ne sei andato in punta di piedi, dopo aver conosciuto dolori familiari forti che ognuno di noi deve mettere in conto nella sua vita, e che il tuo animo sensibile avvertiva più forti, proprio perché sei stato una persona gentile e sensibile. Non potevi non amare le cose belle, hai servito il Parco Nazionale del Circeo e la tua Città con la competenza che ti veniva dagli studi seri che avevi compiuto per diventare geologo, e hai continuato a batterti fino all’altro ieri. Ti telefonai circa un mese fa per chiederti cosa ne pensavi di quei “pennelli” di Latina, di quel porto di Rio Martino che hanno scavato nel cuore della duna sulla Lungomare, a Caterattino e hanno spaccato la strada e fatto crollare le sponde del canale. Sciagure annunziate, ma nessuno ha avuto orecchie per sentirle e antivederle. Mi dicesti al telefono che eri disperato, non sapevi cosa stava accadendo, non sapevi quali lavori sarebbero stati messi in moto per suturare quella ferita che si era aperta sulla spiaggia, sulla duna, sulla strada e dietro la strada. Te ne sei andato nel dolore e nel rimpianto, ma devi essere fiero di quello che sei stato: uno studioso, un amministratore onesto e attento, un appassionato della Natura, un compagno di gite in montagna: ricordi, per quante ore abbiamo scarpinato sulle Dolomiti ad ammirare un paesaggio che lassù ancora difendono mentre da noi molti si battono per spianarlo.

Te ne sei andato ed hai lasciato nei cuori dei tuoi molti Amici sinceri e disinteressati il dolore che è riservato ad un Amico che parte. Ma che sappiamo di poter incontrare di nuovo, in un mondo diverso.

Ciao Nello Ialongo, Amico mio.

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