Nessun Commento GAETA. UN INOPPORTUNO CAMBIO DI TARGA
Gaeta è sicuramente una delle città più interessanti – storicamente e per pregi naturali – del Lazio e anche d’Italia. Negli ultimi 70 anni ha fatto notevoli progressi nel campo dell’ammodernamento, ma sconta un peccato originale di opportunità storica. Essa rivendica, giustamente, la propria storia, che è antica e ricca e nobile, ma a volte sceglie di camminare indietro come i gamberi. Solo che, a differenza di questi, non è un improvviso timore che la costringe a ripiegare all’indietro, come quei piccoli crostacei, ma il desiderio di rivendicare ( e a volte imporre) la sua visione della Storia.
Questa, si sa, è come la legge: può essere dura ma va rispettata perché è la Storia. A Gaeta, invece, alcuni cercano di tornare indietro per una sorta di malinconica nostalgia. La sua ultima Storia è legata ai Borbone di Napoli e alle vicende che in Italia si sintetizzano nelle parole RISORGIMENTO e UNITA’ D’ITALIA. A Gaeta è stato fondato (ma non so se funzioni ancora) un movimento che è diventato aggregato politico (accettato dallo Stato e partecipante ad elezioni politiche, sia pure con scarsi risultati). A Gaeta, ricercatori di storia e cittadini che sono affezionati alla storia del Settecento – Ottocento, hanno scritto libri rievocando in particolare le vicende dell’ultimo assedio, quello iniziato il 5 novembre 1860 e conclusosi l’11 febbraio 1861 con la caduta della piazzaforte di Gaeta sotto i tiri dell’artiglieria dell’esercito Piemontese guidato dal generale Cialdini e la resa firmata a Villa Caposele a Formia. (nella foto di Eugenio Savaistre su Wikipedia la fortezza di Gaeta dopo l’assedio).
L’ultimo gravissimo episodio di quell’assedio e della temibile efficacia dei cannoni rigati Cavalli, fu lo scoppio della polveriera S. Antonio, centrata il 5 febbraio 1861 da un colpo che uccise molti soldati e anche molti cittadini. Dopo quell’episodio, e ormai certo di non poter ulteriormente difendere la piazzaforte, Re Francesco II di Borbone lasciò, a bordo di una goletta, Gaeta con la moglie Maria Sofia di Baviera (che si era battuta come un autentico soldato-crocerossina, nel corso dell’assedio) e con un cospicuo seguito di conti, duchi, baroni che si sottrassero alla sorte degli sconfitti, chiedendo ospitalità al Papa.
L’ esplosione della polveriera Cittadella e S. Antonio seminò morte tra i soldati e i cittadini e merita di essere ricordata nei libri di storia. Altri morti c’erano stati per i colpi e gli attacchi di Cialdini da terra e dall’ammiraglio Persano dal mare. Purtroppo era quello che una guerra combattuta ”pretende”.
Ma dietro quegli episodi c’è tutta una saga che si chiama Risorgimento, che ha conosciuto tanti altri morti, imprigionamenti, esili, perché auspicava un’Italia libera e unitaria, anziché divisa in tanti staterelli più o meno prepotenti e illiberali. Tra questi, anche il regno di Napoli o delle Due Sicilie retto dai Borboni. Chi vince, alla fine, è quello che ha ragione ed è anche quello che racconta la storia ufficiale. Ma la storia dell’Italia unita è stata raccontata con gli osanna degli “unitari”, ma anche con la saggezza neutrale di tanti storici. Parce sepultis.
Valeva proprio la pena ritirare fuori, con un gesto ufficiale, compiuto da un Sindaco (non so se anche dal Consiglio comunale e non so se con l‘approvazione del Governo che è il garante dell’Unità italiana attraverso la Costituzione) che ha sostituito una targa toponomastica che dedicava un particolare luogo di Gaeta “Al Risorgimento italiano” (lo leggo dai giornali), con una dedicata, come alternativa e quasi come rifiuto della precedente, ad un triste e luttuoso episodio di una guerra perduta? Ed in presenza di un rappresentante ufficiale della famiglia dei Borbone? Come se Gaeta rivendicasse la sua pur antica e gloriosa indipendenza comitale e reintrodurre Dauferio come massima autorità?
So che queste considerazioni potranno suscitare reazioni e dispetto. Sono anche io un discreto conoscitore di quella storia. Sommessamente (con le parole) ho voluto esprimere una mia opinione.







