Archivio per Ottobre, 2013
24 Ottobre, 2013 - Nessun Commento

LA STORIA DI FONDI IN UN LIBRO DI CRONACHE DELL’EPOCA

Gli anni del primo “grande cambiamento” di Fondi sono raccontati in un libro di cronache che ha per titolo “La primavera del 1963. Il Circolo Universitario“. La storia di quegli anni, che iniziano nel 1963 ma hanno il loro culmine negli avvenimenti del 1968 e 1969, sono quasi interamente descritti attraverso la penna di un allora giovane giornalista, Gaetano Carnevale, che non ha cessato di accompagnare l’evoluzione del suo Paese attraverso scritti puntuali e a volte puntuti. In particolare, suscitano emozione a chi quegli avvenimenti ebbe a vivere, il grande schock economico che ebbe inizio con la gelata che distrusse il raccolto di arance e altri agrumi della piana di Fondi, all’epoca detta anche la seconda Conca d’Oro, bruciò e mise fuori produzione migliaia di piante e rivoluzionò un grosso settore dell’economia locale, basato sull’agrumicultura, che alimentava una florida esportazione in Europa. Furono gli anni che imposero un radicale mutamento della economia agricola, e nei quali si gettarono le basi del Mercato Ortofrutticolo di Fondi, che indussero centinaia di piccoli produttori e riconvertirsi, ma che provocarono una crisi profonda a Fondi e Monte San Biagio, e che scatenarono proteste, blocchi stradali, sit-in e persino il blocco della “Direttissima” ferroviaria Roma-Napoli. Quasi come inesorabile appendice, la città ebbe a patire altre crisi, come quella che portò alla progressiva revisione del sistema sanitario, basato sull’antico Ospedale San Giovanni di Dio, di cui si temette la soppressione e che alimentò nuove inquietudini. Ma anche un fiorire di iniziative nuove, attraverso la creazione di uno dei primissimi Circoli universitari, che furono punto di aggregazione e di crescita comune, di sviluppo di progetti, di presa di coscienza cittadina.

 

24 Ottobre, 2013 - Nessun Commento

L’ASSEMBLEA DIOCESANA SALUTA
MONSIGNOR GIUSEPPE PETROCCHI

Una grandissima folla ha salutato l’amministratore apostolico, già vescovo di Latina, monsignor Giuseppe Petrocchi, nominato già da qualche mese arcivescovo metropolita dell’Aquila d’Abruzzo, ma incaricato anche dell’amministrazione della sua ex sede, in attesa che venga indicato il presule che lo sostituirà. La cerimonia nella chiesa del Sacro Cuore ha concluso la prima giornata dell’ Assemblea diocesana 2013, ormai divenuta annuale istituzione grazie alla iniziativa di Monsignor Petrocchi, che ha voluto presiederla praticamente come suo ultimo atto “episcopale”. La Diocesi di Latina, Terracina, Sezze e Priverno attende ora la nomina del nuovo Capo della Chiesa locale, che sostituirà monsignor Petrocchi dopo 15 anni di guida, nel corso dei quali la giovane diocesi pontino-lepina si è “fatta”, sia nei comportamenti che nella consapevolezza del suo essere “Chiesa più-una”, ossia più unita e coesa. Ed anche questo è un merito che monsignor Petrocchi porta nel suo libro dei ricordi.

18 Ottobre, 2013 - Nessun Commento

BRIGANTI A CISTERNA

Cisterna Anni Trenta

E’ noto che molte zone dell’area a sud di Roma hanno goduto per lungo tempo della non invidiabile fama di “paese dei briganti”, fin dall’epoca di papa Papa Sisto V, al quale solevano portare ceste piene di teste appartenute a banditi dai cui tronchi erano state spiccate a dimostrazione dell’efficienza del servizio di repressione. Con l’Unità d’Italia il fenomeno del brigantaggio si vestì anche di panni del lealismo politico, perché molti briganti giustificarono le loro aggressioni come reazione alla caduta dei Borboni e dello Stato pontificio, e la storia finì spesso in un bell’imbroglio, per cui i banditi a volte diventavano eroi. E andò avanti per parecchio, se Edmondo De Amicis, l’autore del libro “Cuore”, che fece piangere di commozione intere generazioni, ancora nel 1881 forniva questa colorita descrizione della presenza di briganti che si muovevano senza alcun timore tra la gente in occasioni solenni e rituali come erano, un tempo, le feste religiose o le fiere di paese. Ne “I miei ricordi” cita, ad esempio, che per la ricorrenza della festività della Madonna d’agosto, si recò a Cisterna insieme ad amici per osservare da vicino gli usi locali seguiti per quella ricorrenza. Sentiamo cosa gli capitò, nelle parole che lui stesso ebbe a scrivere a ricordo della sua esperienza. “”Sento tra gente e gente correre un bisbiglio, un sussurro che si comunicava da vicino a vicino: ed intorno a me si comincia a dire assai chiaramente: – I briganti! Ecco i briganti! -. Mi volto, m’alzo in punta di piedi […], cerco con lo sguardo sulle teste, e vedo di fatti non lontano tra gente e gente i cappelli a pizzo inghirlandati di nastri a svolazzo, distintivo della rispettabile corporazione [dei briganti]. Erano proprio loro. Per quanto avvezzo agli usi del paese, non mi sarei mai figurato che il facile vivere italiano giungesse a tanto. Fatto sta che i signori Assassini giravano per la fiera, alcuni sotto braccio a’ borghesi, e portavano il loro uniforme carico di galloni, di medaglie o meglio monete, di catene d’oro d’ogni razza., Non vedevo né cherubine, né tromboni, né altre armi apparenti: erano puliti, con la tela di bucato delle cioce, ed una faccia serena e clemente come a dire: – Divertitevi, buona gente, noi non siamo né lupi né orsi, ci vogliamo divertire anche noi -. E i carabinieri pel buon ordine […] si trovavano sempre all’angolo della piazza diagonalmente opposto a quello occupato dalla banda. Di fatti l’ordine regnava a Cisterna più che in molti luoghi che so io.” Sembra di leggere in filigrana certe situazioni che non sono invecchiate.

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