I 25 anni del Polo Universitario
L’UNIVERSITA’ A LATINA
MERITO DEGLI ENTI LOCALI
Il Polo di Latina dell’ Università di Roma-Sapienza ha festeggiato in questi giorni i primi 25 anni di attività svolta nel Capoluogo pontino. Sono stati anni sofferti e insieme esaltanti, che hanno conosciuto una altalena di problemi. E giustamente il Polo pontino festeggia sé stesso e oggi può dire di avere raggiunto il suo obiettivo di consolidare la sua presenza in una area periferica rispetto a Roma, di aver rispettato la legge sul decentramento, e di avere accreditato l’ ottima qualità dei suoi corsi di studio che non a caso registrano un crescente numero di iscritti e cominciano a far sentire la propria presenza nella società in cui opera.
Se un neo va rilevato in queste celebrazioni è una mancanza che, se si spiega da un punto di vista di “appartenenza”, non si giustifica dal punto di vista della ricostruzione storica di questo Polo universitario. Intendiamo riferirci al fatto che il Polo Sapienza non è nato per partenogenesi, ma ha potuto innestarsi su una piattaforma che era stata da tempo predisposta dagli Enti Locali (Comune di Latina, Provincia, Camera di Commercio e qualche altro Comune in maniera più sporadica ed occasionale). Un merito che va riconosciuto agli Enti Locali nel momento in cui i loro sforzi intuitivi, propositivi e finanziari hanno avuto un efficace sbocco nel radicamento di una università di prestigio come è quella romana.
E poiché queste cose vanno ricordate per una giusta ricostruzione dei fatti, non è possibile che si faccia partire la nascita del Polo di Latina dalla storia del Centro per la raccolta dei Profughi dai Paesi dell Est Europa, il “Rossi Longhi”, essendo questo solo l importante ma occasionale strumento di una stabilizzazione che era già stata raggiunta per merito degli Enti Locali.
Per chi non lo ricorda, o ricorda male, vogliamo richiamare il fatto che la sede universitaria a Latina nacque da una iniziativa, appunto, di quegli Enti, che, su idea e sollecitazioni di un uomo politico che non viene ricordato mai abbastanza, vale a dire il senatore Mario Costa, venne attuata attraverso la costituzione di una Associazione per l’ Università Pontina. L’ Associazione creò una prima sede, avviò i primi corsi di studio affidandosi a convenzioni con La Sapienza, ebbe la soddisfazione di vedere anche i suoi primi laureati; ebbe una gestione “leggera”, ossia con poche persone, con poche spese generali (a parte l’ affitto della sede di viale Le Corbusier), con modesti compensi a chi vi operava, vincendo momenti di sconforto e creando una abitudine universitaria negli stessi studenti; vincendo con caparbietà le molte difficoltà che si presentarono. Quando l’ Associazione ritenne di avere acquistato sufficiente fiducia nelle cose, gli Enti la trasformarono in un ben più impegnativo Consorzio per l’ Università Pontina, giustamente affidato per continuità a gratitudine a chi aveva fatto crescere l’ Associazione, ossia al presidente Mario Costa. E fu lui, avendo alle spalle un finalmente solidale operare degli Enti, che avviò le prime trattative per trasformare i corsi straordinari in una sede decentrata della Sapienza, grazie anche al fatto che nel frattempo era intervenuta la legge sul decentramento dei maggiori atenei. La Sapienza trovò a Latina interlocutori edotti dei problemi, agguerriti per affrontarli, forti nel sostenerli e credibili per stringere un nuovo patto. E quando i molti incontri col Senato Accademico romano ebbero maturato consapevolezza e fiducia reciproca, il Consorzio cedette tutto l impianto che aveva costruito in mano al Rettore Magnifico romano, e deliberò il proprio scioglimento nel momento in cui La Sapienza diveniva la titolare unica del Polo universitario di Latina, che trovava sede nell’ ormai da tempo abbandonato Campo Profughi, dove oggi si trovano uffici e Facoltà.
Questa ricostruzione è stata storicamente frettolosa, e ha glissato alcuni passaggi non decisivi, ma se la stessa Città di Latina vuole partecipare ai festeggiamenti per i 25 anni, deve anche rivendicare il ruolo che giocò insieme a Provincia e Camera di Commercio. E ricordare anche oggi il nome di Mario Costa, che non a caso campeggia nella locale Biblioteca universitaria, intestata al suo nome.