16 Marzo, 2024 - Nessun Commento

LATINA NON E’ LA CAPITALE DELLA CULTURA (GIUSTAMENTE)

E’ capitato anche a me – che sono cittadino residente a Latina da oltre 60 anni – di pensare a Latina come una città dalle grandi prospettive (il melting pot ha “fatto” gli Stati Uniti d’America, pur con tutte le contraddizioni possibili); a una città dalle grandi ambizioni; A una città dal potenziale non ancora interamente rivelato.
Ma mi è anche capitato di pensare (e di scriverlo) che Latina non ha la vocazione di “capoluogo di Provincia”. Negli oltre 60 anni di mia residenza a Latina ho cercato nel mio piccolo angolo di competenza e di incarico dirigenziale di non avere  mai, dico mai, avuto la possibilità di parlare e/o di scrivere di una sola iniziativa assunta dalla dirigenza politico-amministrativa della Città verso gli altri 32 Comuni della Provincia. Littoria (il vecchio e usurato nome di Latina) è nata quasi ultima (dietro di essa ci sono Sabaudia, Pontinia e Aprilia) è arrivata quasi per ultima tra i 32 Comuni che formano la provincia di cui avrebbe dovuto essere Capoluogo (con tutti i privilegi e tutte le responsabilità di fomentare una intesa con le altre comunità dalle quali la dividevano cultura,  popolazioni, usi, e soprattutto STORIA) e invece né Littoria, né Latina sono state tanto ispirate da promuovere la solidarietà di Provincia, la fusione di interessi in luogo della divisione di pensieri e di precedenti: mezzo romana e mezzo campana, senza storia vera da raccontare se non come “territorio del papa”, cioè fatto altrove; senza uno studio sul territorio per cercarne le premesse. Forse vide bene uno storico del colonialismo, Angelo Del Boca, che negli anni Cinquanta appena spuntati, ebbe a definirla una città vecchia prima di essere giovane, più o meno.

Ma perché tutta questa “tirata”? Perché ho resistito alla tentazione di scrivere prima, ma non riesco a non scrivere ora, dopo che la frittata è stata fatta. La frittata si chiama “Latina capitale della
Cultura”.  Ci voleva molto coraggio per candidarsi a una funzione così impegnativa. E difatti, la prima cosa fatta è stata affidare ad una professionista dell’Alta Italia la funzione di coordinatrice della candidatura di Latina capitale della Cultura. Una ammissione di mancanza di orgoglio. Non è colpa della professionista incaricata (ma è parsa un po’ supponente), è colpa di chi l’ha assunta. In Italia vi sono alcune professioni che abilitano a fare tutto. Una di queste è essere medico, l’altra essere architetto, poi c’è l’avvocato. Se consultate gli incarichi, vedrete che c’è sempre uno di questi professionisti. Non è detto che si possa imparare la vita e la cultura di una città distante 500 km. Non ho nulla contro questi professionisti: ve ne sono davvero bravi. Stavolta è andata così così, se sono vere le frasi accreditate  alla “nostra” e tra esse che a Latina esistono 8 alberghi a 4 stelle. Magari! Non si può spacciare per verità una non-verità come gli 8 alberghi.

L’architetto Maurizio Guercio si è divertito a beccare altre sciocchezze: con quanto denaro Latina intendeva partecipare alla propria vittoria? 500 mila euro, contro i 25 milioni di L’Aquila, che
ha vinto. E con quali partner? Il nulla. E chiamando a raccolta quanti Comuni? Nessuno (ma Latina ha presentato come propri atout il mare di Sabaudia E del Circeo, la città di Ninfa che è parte del territorio di Cisterna, la collina, le isole (ma senza unirli a sé). Ed esibendo quali antichi e nobili personaggi della storia? Un tal Cornelio Cethego che (a parte l’infelice nome) da qualche mese sembra diventato un importante influencer. Ma è un bidone romano. E con quali testimonial? Ne abbiamo, a partire da Tiziano Ferro. E chi ci ha rappresentato? La signora Giuseppina, maestra di Antonio Pennacchi…

E qual è il monumento-simbolo di questa città trasformata da capitale del Razionalismo a terra di conquista di costruttori di casermoni? Abbiamo scelto bene: la Torre Pontina, con grande soddisfazione del compianto Giancarlo Piattella. La Torre Pontina sarebbe l’unico grattacielo presente in territorio provinciale, un gigante che ha sfigurato tutte le foto dei vecchi panorami di Latina. Di essa si dice che il Sindaco che ebbe l’onore di firmare la concessione edilizia si sia accorto poi che guardando la Latina “storica” dai pilastri dell’Intendenza di Finanza, la skyline razionalista di Piazza del Popolo era “ingombrata” da quel mastodonte.

E chi sono gli alfieri della Cultura di Latina? Ignoti, mai consultati, mai interpellati, mai chiamati in causa come gente del mestiere. Risultato finale anche dopo i tempi supplementari: abbiamo
rimediato una figuraccia. Diciamocelo, non temiamo questa autofustigazione. Ci farà bene per la prossima volta. Chissà…

8 Marzo, 2024 - Nessun Commento

Il Progetto di recupero dell’ex carcere di Santo Stefano approda a Ventotene

VENTOTENE – Mentre il Progetto di recupero dell’ex carcere borbonico corre sotto la guida di Invitalia, forte del pieno supporto del Governo, il Commissario Macioce spariglia le carte con la novità del ‘lotto funzionale’ su Ventotene.

A fronte delle prescrizioni scaturite dalla Commissione VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e dalla Conferenza dei servizi i cui effetti riducono sensibilmente la fruizione di Santo Stefano Macioce aveva presentato al TIP a dicembre ‘23 la proposta di realizzare un ‘lotto funzionale’ a Ventotene per garantire il funzionamento destagionalizzato del futuro polo culturale di Santo Stefano.

L’idea si è concretizzata con il propositivo contributo dell’Agenzia del Demanio che ha individuato per tale scopo un’area pubblica demaniale che coincide con quella che una volta era la cittadella carceraria dove sorgevano i cameroni dei confinati, edificata nella metà degli anni ‘30 ed abbattuti a fine anni ‘70 dagli stessi ventotenesi.

La realizzazione del lotto funzionale su Ventotene sarà molto rapida in quanto Invitalia soggetto attuatore dell’intervento ne affiderà la progettazione al Consorzio aggiudicatario del Concorso di progettazione, come previsto dal disciplinare.

“La fama di Ventotene è legata al Confino perché qui nacque l’idea dell’Europa con il Manifesto di Spinelli, Rossi e Colorni, ma degli spazi dove vivevano i confinati politici non è rimasto niente – ha detto Macioce  nell’incontro di questa mattina con la Comunità di Ventotene che ha visto una grande adesione dei cittadini giunti all’Auditorium della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma – I famosi cameroni della ‘cittadella confinaria’ dove avevano convissuto i confinati politici – ha proseguito il Commissario – sono stati abbattuti negli anni ‘70 dagli stessi ventotenesi che avevano avuto notizia della possibilità che fosse realizzato qui, utilizzando in parte la struttura della cittadella pre esistente, un super carcere. L’isola aveva da poco preso a vivere di turismo e tale eventualità avrebbe stroncato sul nascere il nuovo corso che apriva prospettive economiche importanti. Tuttavia, i cittadini di Ventotene hanno sempre mantenuta viva la memoria di quel periodo e l’abbattimento dei cameroni è rimasta una ferita aperta per la Comunità che nel frattempo ha progressivamente interiorizzato il proprio ruolo nella storia d’Europa facendolo diventare un fattore identitario imprescindibile. Oggi, dopo una serie di passaggi da me stimolati con le diverse amministrazioni coinvolte, sono in grado di dare ufficialmente la notizia che l’agenzia del Demanio ha concesso per la realizzazione del lotto funzionale l’area dove un tempo sorgevano i Cameroni della Cittadella Confinaria e che qui sorgerà in un’operazione di recupero della memoria il lotto funzionale. Il futuro edificio sarà una struttura di supporto al funzionamento del futuro polo multiculturale di Santo Stefano, permettendone la gestione continuativa e destagionalizzata.”

Dopo aver premesso che l’operazione ‘Coltivare la memoria per un futuro senza confini’ per il suo alto valore simbolico è già stata condivisa con le più alte cariche dello Stato e che per la sua realizzazione non saranno distolti fondi al Progetto di recupero dell’ex carcere, il Commissario ne ha poi spiegato il senso profondo “Il lotto funzionale è allo studio dei progettisti che stanno già lavorando alla rifunzionalizzazione dell’ex carcere ed oggi è prematuro definire come sarà realizzato, ma il concept che insieme a Invitalia abbiamo affidato loro è che là dove un tempo sorgevano luoghi di repressione e segregazione dovranno nascere nuovi spazi che mantengano la memoria di un tempo doloroso trasformandosi in luoghi di ispirazione per studiosi, ricercatori, visitatori e giovani italiani e europei e che qui possa essere ospitata, anche un modulo della nascente scuola di alta formazione che sarà intitolata a David Maria Sassoli Presidente del Parlamento Europeo prematuramente scomparso, in uno sforzo che funga da esempio per superare il passato spingendo il nostro Paese verso un futuro di riconciliazione.”

Dopo aver dato spazio agli interventi dei partecipanti, tra cui il Sindaco di Ventotene, Pier Vittorio Buffa della associazione Santo Stefano, Paolo Cutolo, direttore della Biblioteca Maovaz e altri ancora, Macioce ha quindi concluso dando appuntamento al 23 marzo a Ventotene ai cittadini e giornalisti per la ‘Giornata della conoscenza’ in cui sarà organizzata una visita all’ex carcere di Santo Stefano e all’area dove sorgerà il futuro lotto, e ha anticipatoo la propria presenza sull’isola la prossima settimana per la visita del Ministro Abodi, in programma il 15 marzo, in cui si valuterà l’integrazione nel lotto funzionale di infrastrutture sportive, tanto attese dai cittadini.

9 Febbraio, 2024 - Nessun Commento

EX CARCERE DI SANTO STEFANO, IL COMMISSARIO MACIOCE INCONTRA IL MINISTRO FRATIN

E’ stato un confronto su temi cruciali, quelli ambientali ma anche quelli legati alla compressione dei tempi di realizzazione e al contenimento dei costi, quello che ha avuto luogo l’8 febbraio tra il Ministro Gilberto Pichetto Fratin e il Commissario Straordinario di Governo Giovanni Maria Macioce, tenutosi a Roma presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Macioce, esponendo durante l’incontro da lui richiesto gli obiettivi della rifunzionalizzazione dell’ex carcere borbonico di Santo Stefano/Ventotene, ha dettagliatamente ripercorso gli step realizzativi e gli ostacoli che il recupero di questo bene deve superare alle prese con un quadro di vincoli stringenti in cui si sono inserite ulteriori prescrizioni, come quelle scaturite dalle determinazioni della Commissione VIA risalenti alla presentazione del progetto di approdo avviato nel marzo 2021.
Nel sottolineare la piena adesione ai principi di salvaguardia e il proprio impegno nel coordinarne le attività a tutela, il Commissario ha anche ricordato quanto il Progetto di recupero sia una
opportunità straordinaria per la simbolicità rappresentata da Ventotene e Santo Stefano, inserita nel contesto ambientale mediterraneo e europeo. Avviato con uno stanziamento di 70 milioni di euro nel 2016, l’ex carcere si trasformerà in un polo multifunzionale che attrarrà ricercatori, studiosi e visitatori interessati al Percorso espositivo museologico e alla Scuola di Alta Formazione, in cui avranno luogo eventi, seminari, workshop, laboratori e mostre.
L’incontro a cui hanno preso parte Mario Antonio Scino, Capo di Gabinetto, Massimiliano Conti, vice Capo di Gabinetto, Gianluigi Nocco, Direttore Generale Valutazioni Ambientali, Loredana
Gulino, Capo Dipartimento Amministrazione Generale, Pianificazione e Patrimonio naturale, Alessio Serafia, Segretario particolare del Ministro insieme a Luigi Guerci, Responsabile Unico del
Contratto e Andrea Nardone, Coordinatore Struttura Commissariale, avrà presto un seguito operativo a Ventotene e a Santo Stefano dove sono in corso i lavori di messa in sicurezza sotto la
direzione di Invitalia, soggetto attuatore del Progetto.
A conclusione Macioce ha così dichiarato: “Tra le otto amministrazioni firmatarie del Contratto Istituzionale di Sviluppo, il ruolo del MASE è strategico e l’incontro di oggi con il Ministro, che è
anche il primo dall’istituzione della figura commissariale nel 2020, ne è la riprova. Confrontandoci sui 14 sfidanti obiettivi del CIS, tra cui vi è anche l’approdo, il Ministro mi ha assicurato il maggior supporto possibile per la compressione dei tempi e il contenimento dei costi, nel rispetto di tutte le determinazioni volte a salvaguardare il fragile ecosistema di Santo Stefano.”

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