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28 Gennaio, 2018 - 1 Commento

LA GIORNATA DELLA MEMORIA AL BINARIO 21 E AL QUIRINALE

segre mattarellaHo avuto l’occasione e il privilegio di ricordare la Giornata della Memoria in due momenti e modi diversi, entrambi fortemente emozionali. Trovandomi a Milano, mercoledì 24 gennaio ho potuto visitare il Memoriale del Binario 21, vivendo per oltre un’ora l’opprimente, massiccio ambiente fatto di poderosi pilastri di cemento armato che sostengono la Stazione Centrale di Milano. Era  il posto dal quale sono partiti tra il 5 dicembre 1943 e il 15 gennaio 1944 21 treni carichi di cittadini italiani di fede ebraica, condotti allo sterminio nei campi di Auschwitz, Bergen-Belsen, Ravensbruck, Flossemburg, oltre che nei campi concentrazionari di Bolzano e Verona. Fu un’operazione massiccia che dimostrò quella che il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha chiamato “efficacia criminale nazi-fascista”.

binario21Il Memoriale  parla attraverso il buio e il silenzio greve, rotto dal frastuono dei treni che, passando lungo il piano superiore,
amplificano a dismisura il grido inascoltato di milioni di ebrei sacrificati sull’altare della Follia e della Paranoia, che scrivo col
l’iniziale maiuscola per sottolinearne il macabro significato. Di  fronte al silenzioso buio di quel simulacro dei vagoni-bestiame (come si fa a chiamarli carri-merce quei convogli ristretti, affollati di persone costrette a stare in piedi per giorni e giorni, a non
riposare, a rilasciare   i loro bisogni fisiologici tra i piedi di persone che si davano di gomito tanto erano stipate?) emerge un solo sentimento: lo sgomento. La Follia che diventa Orrore. Uno dei vagoni della vergogna era appena illuminato da luci che rompevano la cupa oscurità, lasciando intravvedere corone di fiori e le pietre lasciate ai visitatori come ricordo affettuoso e dolente secondo l’uso degli Ebrei che li depositano sulle tombe dei loro Cari. In realtà, prima ancora cje Auschwitz sancisse inesorabilmente il massacro, quei poveri derelitti erano già morti sui carri-bestiame che li trasportavano al loro destino. Sono uscito commosso e scosso, perché, pur conoscendo discretamente la storia della Shoah, il contatto fisico, visivo e materiale, con gli strumenti dell’Orrore lascia sempre interdetti.

mattarellaHo avuto anche la fortuna di assistere, il 25 gennaio, alla celebrazione della Giornata della Memoria svoltasi al Quirinale, con le straordinarie presenze di quella meravigliosa cantante che è Noah, che ha interpretato “La vita è bella” di Nicola Piovani con una voce d’angelo; con la memoria vivente del superstite di Auschwitz Piero Terracina; con l’altra superstite, Liliana Segre, da qualche giorno appena nominata Senatrice a vita dal Presidente della Repubblica: è la donna che conobbe Auschwitz essendo una bambina di 8 anni e che, perdendo tutti i suoi, è riuscita a “mandare una gamba avanti all’altra” salvando la sua vita per ricordare a noi quello che lei e milioni di altri come lei e come noi hanno patito per la follia degli uomini. A Liliana Segre si deve anche la nascita del Memoriale del Binario 21. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha, quindi, pronunciato il discorso istituzionale calandolo anche nella realtà odierna, quando da parte di qualcuno che sa molto parlare ma poco conoscere, è stato fatto l’elogio delle “cose buone” fatte dal fascismo. Mattarella, con una pacatezza figlia della consapevolezza, ha ricordato due sole delle cose “non buone” fatte dal fascismo: la guerra al fianco dei nazisti, dei quali ha condiviso le responsabilità di ogni genere; e le leggi razziali promulgate nel 1938 che portarono prima alla discriminazione degli ebrei, che persero da un giorno all’altro il diritto di essere cittadini, obbligati a lasciare posti di lavoro, diritto all’educazione, a guadagnarsi di che vivere, a servire la Patria in armi, quella stessa Patria che avevano servito fino   a 20 anni prima, nella Grande Guerra; ad essere, insomma, partecipi della vita della Nazione e protagonisti di una vita familiare. E che dire del ruolo assunto dagli “scienziati” (tali ufficialmente denominati) che firmarono il “Manifesto della razza”, che dette credibilità teorica  alla normativa razziale? Una vergogna nella vergogna. La Repubblica di Salò, infine, divenne il cane da guardia dei nazisti, coadiuvando nelle operazioni di rastrellamento dei pochi ebrei ancora non mandati al massacro, assumendo una posizione di vile subordine. “Qualcosa di buono”? Cosa resta di “buono” dopo una guerra devastatrice e dopo il genocidio di inermi cittadini? Discriminazione, ha detto Mattarella, e poi persecuzione e quindi sterminio finale. Il tutto consumato nel segno di una indifferenza che colse sia i politici di professione, sia la stragrande maggioranza dei cittadini.

La parola INDIFFERENZA troneggia, scolpita nel cemento armato del Memoriale del Binario 21, a ricordare a tutti noi il dovere di non esserlo, perché comportamenti contrari generano mostri, come la Shoah.