Archivio per Aprile, 2020
30 Aprile, 2020 - Nessun Commento

LUIS SEPULVEDA
NEL GOLFO DI GAETA

Il ricordo di Enza Campino, libraia

enza e luis bianco e neroCome librai abbiamo il privilegio di organizzare incontri tra scrittori e lettori che non sono semplici presentazioni di libri ma veri e propri appuntamenti d’amore. Lo sa bene chi vi partecipa con entusiasmo ed emozione: nel Golfo di Gaeta, 27 anni fa, con mio fratello Riccardo, abbiamo dato vita a una manifestazione che ha portato nel nostro territorio autori provenienti da ogni angolo del mondo, tra i quali David Grossman, Tahar Ben Jelloun, Björn Larsson, Robert Harris, ‘Ala al- Aswani e molti altri.

Nel 1998, in particolare, cominciammo a “corteggiare” Luis Sepúlveda. Lo incontrammo a Roma a un evento speciale e gli portammo in dono un bellissimo libro fotografico “Gaeta un territorio tra due mari”, del compianto Cosmo Di Milla. Lui lo sfogliò e ci disse : “D’accordo, vengo!”. Preparammo l’evento con cura quasi maniacale, il luogo scelto fu l’incantevole sagrato della Chiesa di San Francesco a Gaeta, che riempimmo con centinaia di sedie e una pedana posizionata proprio davanti all’ingresso. Luis ne rimase estasiato. Ricordo chiaramente che a un certo punto scoppiò in una fragorosa risata: “Ah, se mi vedesse mio nonno!”, commentò, e si affrettò a spiegarci che si trattava di un “anarchico mangiapreti” il quale, quando lui era un bimbetto, lo incitava a fare pipì davanti alle chiese. Lui, benché piuttosto timido, alla fine cedeva.

luis sfondoNelle foto scattate in quella occasione sembriamo tutti un po’ sospesi tra cielo e terra, in fondo una posizione ideale per parlare di libertà, umanesimo, valore della letteratura come accadde quella sera. Interminabile il tempo degli autografi, delle strette di mano, degli abbracci. Momenti davvero indimenticabili! E lo dico a ragion veduta, perché in questi giorni stiamo raccogliendo tantissime testimonianze dei lettori allora presenti, le loro lacrime, i loro affettuosi pensieri. Molti ci inviano addirittura la foto del libro che lo scrittore cileno gli autografò quella sera. In particolare, l’attore Edoardo Siravo (che ha prestato la propria voce agli audiolibri di Sepúlveda) ci ha omaggiati di un video contenente la sua coinvolgente interpretazione di un brano di Luis. I ricordi di tutte queste persone sono talmente vivi, palpitanti, ricchi di aneddoti e dettagli da far pensare all’estate scorsa, anziché a un evento tenutosi 22 anni fa… E comunque quella magica sera Luis ci promise di tornare.

L’anno seguente mantenne l’impegno, ma ci comunicò la data scelta con appena una settimana di anticipo. Facemmo del nostro meglio per pubblicizzare l’evento con volantini distribuiti sulle spiagge, passaparola tra amici, telefonate (mancavano solo i segnali di fumo…) e anche in quel caso riuscimmo a radunare centinaia di lettori di tutte le età (La gabbianella era già amatissima) presso il porticciolo turistico della Base Nautica Flavio Gioia di Gaeta.

enza e luisEra il 24 giugno del 1999, a Formia era in corso la festa del santo patrono, quindi molti si misero in macchina sin dal pomeriggio per non rimanere bloccati nel traffico. Prima del bagno di folla con i lettori lo accompagnammo a fare un giro su un veliero d’epoca, per fargli ammirare il Golfo dal mare, la Montagna Spaccata (la leggenda secondo la quale nella Grotta del Turco trovavano rifugio i pirati accese la sua fantasia), la villa di Gneo Fonteo, il quartiere medioevale e il Castello Angioino-Aragonese: ne rimase incantato. Ci raccontò che il paesaggio gli ricordava Gijón, terra spagnola in cui aveva scelto di abitare anni dopo essere stato costretto a lasciare il Cile. Si sentiva veramente a casa. E, dopo tutto, questa è la sensazione che ci auguriamo provino  gli autori che invitiamo alla nostra manifestazione “Libri sulla cresta dell’onda”: la percezione di un luogo che li sta aspettando, pieno di lettori consapevoli del privilegio di condividere qualche ora con qualcuno che resterà nella loro memoria per sempre. A incontro terminato gli autori vanno via, ma noi  librai rimaniamo fedelissimi custodi delle loro opere straordinarie. E Luis ci ha lasciato questa sua memoria: “Se c’e’ una cosa di cui mi sono sempre pentito è di non aver tenuto un elenco delle librerie che ho visitato negli ultimi trent’anni, nel mio cammino di scrittore che incontra amici, e lo fa in casa sua, perché è questo che sono le librerie: la casa, la dimora fuori dal tempo dello scrittore, e i librai e le libraie sono i custodi che, quando uno ritorna, gli dicono: è tutto a posto, puoi ricevere i tuoi amici”. Ci sono scrittori con i quali si instaura negli anni un rapporto quasi di parentela, anche se non ci si vede spesso. Noi viviamo con i libri e ogni giorno spostandoli,  esponendoli, consigliandoli, passandoci accanto, percepiamo il valore della loro presenza nelle nostre esistenze , spesso onorate dalla conoscenza personale con i loro autori. Con Luis e sua moglie Carmen è così e continuerà ad esserlo ancora. Come dimenticare gli incontri organizzati a Formia, Gaeta e Orvieto, le risate, gli abbracci (i suoi così avvolgenti…), la cioccolata che amava tanto e gli portavamo in ogni occasione possibile in confezioni annodate con un segnalibro stampato ad hoc con una sua frase. Ma soprattutto il grande privilegio di poter essere noi gli officianti dell’incontro amoroso  tra uno scrittore e i suoi lettori. Luis ha fatto sì che la nostra comunità, dopo averlo ascoltato, fosse ancor più coesa.
E ora, che purtroppo  la libreria ha dovuto restare chiusa per molti giorni, proprio per arginare quel virus che lo ha portato via, chi non è potuto venire a piangerlo qui con noi (perchè così avrebbero fatto i suoi lettori, credetemi), ci inonda di messaggi, telefonate, e.mail quasi fossimo, appunto, suoi parenti. Ecco un atro onore: raccogliere le lacrime, i ricordi, il dolore di chi lo ha amato, di chi conserva gelosamente una dedica, una foto con lui o la gioia ricevuta  dalla lettura dei suoi libri. L’ ultimo abbraccio? Alla cena a Milano per i suoi 70 anni, io e mio fratello Riccardo tra i suoi amici italiani: risate, ricordi, aneddoti, la torta con le candeline, i brindisi e una dedica canora “Viva la vida” Ça va sans dire, Luis!

 

27 Aprile, 2020 - Nessun Commento

FASE DUE. BASTA CRITICHE

Dobbiamo prepararci alla  c.d.”Fase due” della Campagna contro il Coronavirus. Diciamo tutti che domani non sarà mai più come ieri. Ma diciamo frasi prive di esempi, di dimostrazioni, di cosa sarà questo domani diverso da oggi.Abbiamo tutti voglia di libertà, vogliamo uscire dalle nostre case in cui dovremmo essere lieti di stare per proteggerci da un virus che non scherza affatto. Ha ammazzato quasi un milione di persone nel mondo. E, infetta continua ad infettare migliaia di persone in Italia.

Stiamo combattendo una guerra, lo diciamo tutti; ma secondo il nostro
inesistente spirito militare e la nostra incapacità di accettarne la indispensabile, ineluttabile DISCIPLINA e il connesso SPIRITO DI OBBEDIENZA, ci stiamo scatenando nello sport che noi Italiani preferiamo: CRITICARE GLI ALTRI E NON PROPORRE ALTERNATIVE (che saranno, a loro volta, criticabili e criticate).

Ha cominciato la politica (la scrivo volutamente con la lettera minuscola), a cominciare dalle opposizioni parlamentari. Esse sono, per definizione, minoranze. Hanno diritto alla parola e alla critica, ma non possono pretendere che se il Presidente del Consiglio chiede
loro un parere, poi sia obbligato ad accettarlo. Né possono pretendere
il “Governo di unità nazìonale” se la maggioranza non ne vuol sentire,
giustamente  parlare. Ilcontrario sarebbe sì, una rivoluzione e una violazione della Costituzione: chi ha perso diventa vincitore, Non sta bene.

E non è neppure il caso che una aggressiva signora che si chiama
Giorgia Meloni dia lezioni di democrazia, lei che viene da un ambiente che tutti conoscono bene. Un giorno, tanti anni fa, si incontrarono a
un dibattito pubblico Piero Calamandrei, uno dei Padri della nostra
attuale Patria, e Giorgio Pisanò, uno dei più accaniti e agguerriti “repubblichini” di Salò. Pisanò osservò che aveva diritto a parlare. E  Calamandrei gli ricordò che stava esercitando proprio il diritto a
parlare grazie al senso di libertà e democrazia della Nuova Italia
democratica. E gli chiese se sarebbe successa la stessa cosa se a
comandare fossero ancora i fascisti. “Lei può stare qui – disse Calamandrei – perché siamo in una democrazia vera. Mi chiedo se, a, parti invertite io potrei stare qua a parlare”. Pisanò non seppe cosa
rispondere.

Così molti giornali e radio e telegiornali , che di giornalismo ormai fanno solo quello utile ai padroni, riportano tutte le tesi, anche quelle palesemente ridicole, dei vari pezzi della politica nostrana, e
criticano chi deve decidere. Criticano perché è il loro mestiere, ma senza assumerne le responsabilità,come accade a chi devedecidere per
legge. Il quale -nella fattispecie il primo Ministro Giuseppe Conte,
non sogna la notte e poi stabilisce quello che deve decretare. Avrà pure 40 task force, ma meglio di Trump che non ascolta gli scienziatie epropone di curare il virus iniettando nelle vene dei suoi cittadinii ilddt o cose analoghe. Ora hanno cominciato a chiamarlo col nome che forse merita: incompetente. Critica la Cina, il Giappone, l’Europa( non gli sta bene che sia Europa Unita), i climatologi che sarebbero dei sognatori pazzi, gli scienziati del Coronavirus (e difatti har ritardatola “chiusura” del suo Paese e ha provocato una ecatombe dic  concittadini un po’come il collega Brexit.

In Italia la Lega critica, Fratelli d’Italia critica e suggerisce
strategie economiche rigettate dagli economisti seri (quelli che le
suggeriscono le cose da dire appartengono ad un’altra visione del
mondo),  Forza Italia critica, ma qualche volta si allinea con la
coerenza e si distanzia dagli alleati. I risultati sono un calo
fragoroso nelle stime come  nel caso di Salvini che  ha perso quasi il
6% dei suoi consensi personali e ha fatto risiollevare di altrettanto
il M5S. E’ una indagine di Pagnoncelli che conosce bene il suo
mestiere. E’ vero che la minoranza esercita il mestiere di criticare
la maggiornaza che decide. Ma immaginiamo che la maggiornanza decida  di iaccettare i suggerimenti della minortanza e poi fallisca gli
obbiettivi. Chi ne risponderebbe? Solo la maggioranza, non la
minoranza che potrebbe dire: Voi siete maggioranza, se eravate
convinti che sbagliassimo avete fatto male a  seguire i nostri
suggerimenti.

Lo scrittore Paolo Giordano- che è un fisico oltre che un bravissimo
scrittore – ha scritto un bell’articolo per il,Corriere della Sera del
27 aprile. E non ha fatto mancare le sue personali critiche alle linee-guida per la Fase 2. Ma non ho letto bene io, ma forse lui non ha scritto le sue ricette.

Insomma, basta criticare: Conte decide ascoltando Sindaci, Presidenti di Regioni, scienziati medici, scienziati fisici, esperti nelle varie discipline e poi tira le somme. Piantiamola di criticare e facciamo il
nostro dovere di cittadini, comportandoci nel rispetto delle leggi.
Sono leggi emanate per salvare la nostra pelle, non per giocare alla Play Station.

 

25 Aprile, 2020 - 3 Commento

GLI SCONOSCIUTI MORTI
PER LA LIBERTA’. DAL VIRUS

monumento ai caduti

Oggi, 25 aprile 2020, Festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, mi sono svegliato con un doppio sentimento. Il primo era di gioia: perché forse si intravede la fine di questa reclusione impostaci dal virus, perché la giornata è bella e ci induce a sognare spiagge, mare, boschi, movimento, passeggiate, libertà (ma sempre con  mascherine e distanziamento sociale, mi raccomando!); e perché, conoscendo un po’ di storia della Liberazione ed avendola vissuta, sia pure da bambino, ricordo l’entusiasmo con cui la radio annunciava la marcia dei partigiani per le strade di Milano in quel 25 aprile 1945.

Noi, quaggiù nel Lazio, eravamo liberi già dalla fine di maggio del 1944 (fateci caso, la Liberazione in Italia cade sempre in primavera). Il secondo sentimento era di tristezza: pensavo alla strage delle persone anziane morte nelle RSA (mi è venuto di tradurre l’acronimo in Residenze Smaltimento Anziani) e nelle Case di Riposo, denominazione alla quale avrei aggiunto l’aggettivo “eterno”: Case del Riposo Eterno. E stavo quasi per gridare Liberiamo RSA e Case di Riposo! Qui si è consumata la prima grande strage del Coronavirus. Gli hanno servito su un piatto d’argento alcune migliaia di vite incapaci di difendersi e ignare di doversi difendere. Credevano, anzi, che là dentro erano ben difese. Che diamine, possibile che non ci avessero pensato?

Poi, sempre ascoltando la radio, mi è venuta ancora più tristezza quando ho sentito che a Milano hanno allestito un Cimitero per Sconosciuti. Circa 500 tombe per persone (anzi PERSONE) di cui è ignoto il nome, e che nessuno ha mai reclamato. Come i pacchi dimenticati alla stazione. Sono tombe anonime: nei cimiteri di guerra anglo-americani le tombe dei soldati privi di piastrina di riconoscimento recano la scritta: Known but to God. Conosciuto solo a Dio. E’ più affettuoso del nostro burocratico “Ignoto”.

Cambierei anche il nome di Milite Ignoto. Mettiamo su quelle crocine di plastica bianca, tutte uguali, che indicano la sepoltura di un Anziano sconosciuto quella bella frase: Noto solo a Dio. Questa cattiva storia non riguarda solo Milano. Di morti non reclamati ce ne sono dappertutto (inclusi quelli delle RSA e delle Case di Riposo di tutta Italia), e mi chiedo: possibile che ci sia tanta gente che va in giro senza documenti? E nessuno li ferma? Io quando sono in macchina vengo fermato almeno cinque-sei volte l’anno. E mi chiedono sempre documenti di riconoscimento. Possibile che siamo un popolo di semisconosciuti? Ma almeno avete fotografato i volti di quei poveri Anziani sconosciuti? Mettiamo quella fotografia, ben protetta dalla pioggia, sulle piccole croci bianche di plastica. Forse qualcuno sarà riconosciuto. Possibile che con tanti dirigenti e impiegati pubblici in attività non sia passato per la mente a nessuno (e neppure ai militari degli Onori ai Caduti, che è un’organizzazione stabile: si chiama, appunto, OnorCaduti) di utilizzare questa pietosa pratica?

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