Archivio per Febbraio, 2015
20 Febbraio, 2015 - Nessun Commento

Una cartolina al Podestà del Circeo dal campo di concentramento di Visco

cartolinaUna cartolina che reca la data del 22 maggio 1943: è stata trovata in un’ anonima pratica amministrativa del Comune di San Felice Circeo (Latina), bella e nota stazione balneare, ricordata dal mito come la patria della Maga Circe, e del lungo soggiorno di Ulisse durante il suo ritorno ad Itaca, messa quasi dirimpetto alle isole di Zannone e Ponza, poche miglia di mare là dirimpetto. La cartolina, inviata al podestà di San Felice Circeo, si fa notare per due ragioni: per la località dalla quale proviene, il “campo di concentramento di Visco (Udine)” e per la scritta che ne attraversa la parte destinata alle comunicazioni: “VINCEREMO!”. Come è noto non andò in quel modo, andò molto peggio e forse quel campo è in qualche modo uno dei “bilanciamenti” (orrenda parola per un orrendo concetto) di quel che accadde a fine guerra sul Carso triestino e sloveno. Stavolta a danno degli Italiani, visto che il campo di Visco serviva per internarvi gli “slavi” ostili al fascismo. Non avevo mai sentito parlare di Visco, e se non fosse stato per quella cartolina, sarei rimasto in quella verginità concentrazionaria italiana (il campo di Fossoli era in Italia, ma era tedesco; e San Sabba a Trieste era appena diverso). Sono andato su Internet a cercarvi informazioni ed ho trovato una descrizione di Marco Baroni, fatta nel 2013 a ridosso della “giornata della Memoria” di quello anno. Anche quella è Memoria. Eppure quella descrizione di Marco Baroni ha suscitato reazioni che mi hanno meravigliato, scritte sulla onda di una radicata ma non veritiera convinzione che gli Italiani siano stati sempre “brava gente”, anche quando si trattava di combattere, di ammazzare, di segregare. Siamo uno dei Paesi che hanno provocato il Secondo conflitto mondiale e siamo uno dei pochi Paesi al mondo che hanno sempre evitato di fare esami di coscienza. E basta qua. Per sola curiosità, la persona che firma la cartolina indirizzata al Podestà di San Felice Circeo (e che immagino si trovasse a Visco nello esercizio delle sue “funzioni” di fedele servitore della patria fascista) era davvero una brava persona, che ho anche conosciuto e che ha rivestito incarichi pubblici anche nel dopoguerra in terra pontina. Ne conservo anche un buon ricordo, lui sempre sorridente, gioviale, cordiale. Spero che abbia mantenuto questo suo carattere anche dietro le recinzioni di filo spinato di Visco.

10 Febbraio, 2015 - Nessun Commento

PATTO DI AMICIZIA TRA LATINA E TREVISO

foto-treviso-300x225Latina e Treviso hanno deciso, attraverso i rispettivi Sindaci, Giovanni Di Giorgi e Giovanni Manildo, di stringere un patto di amicizia tra le due Città. I due Sindaci si sono incontrati a Treviso, dove hanno gettate le basi per un accordo che trae fondamento da antichi e intensi legami storici e culturali nati con la fondazione della città di Littoria e con la bonifica dello Agro Pontino.

“L’obiettivo di intraprendere percorsi comuni e scambi culturali – scrive in una nota il Sindaco di Latina – per affermare e tramandare la memoria storica che unisce le due città è data soprattutto dalla attiva presenza della comunità trevisana di Latina che già da tempo porta avanti simili iniziative in collaborazione con il Comune di Treviso”. Si pensa a scambi culturali che coinvolgeranno le scuole e per i quali i rispettivi Assessori alla cultura sono già al lavoro. “E’ un piacere essere qui a Treviso e portare i saluti della nostra città ad una città che ci è molto vicino nella storia e nella cultura. A Latina ci sono tante tracce della vostra presenza, nelle tradizioni, nella lingua, nei cognomi delle famiglie. Da qui sono partiti in molti per venire a bonificare le nostre terre e a far nascere la nostra città. Un contributo prezioso e indimenticabile – ha affermato il sindaco Di Giorgi – per questo invito ufficialmente il sindaco di Treviso a venire in visita a Latina in occasione del prossimo anniversario della fondazione della città.” Il sindaco di Treviso ha accolto con piacere l’invito apprezzando il gesto e le parole spese per la sua comunità. Presente all’incontro anche l’assessore Marilena Sovrani, che ha avuto un colloquio con il collega alla cultura di Treviso.

 

 

 

 

 

 

6 Febbraio, 2015 - Nessun Commento

MOZZARELLA E MERCATO: QUANDO COMMERCIALIZZARE NON RISPETTA LA “TIPICITÀ”

mozzarellaAlcuni anni fa i produttori di mozzarella pontina decisero di aderire al Consorzio per la mozzarella di bufala campana e da allora e per molti anni (non so se anche ora) la mozzarella pontina è stata commercializzata con il marchio di “mozzarella di bufala campana”. In quel periodo mi interessavo di turismo e di giornalismo, ed avevo ben chiaro il concetto di “tipicità” del prodotto e di “identità” del territorio, di cui oggi si parla spesso a vanvera. In quello stesso periodo il vino a Doc prodotto nelle campagne di Aprilia e di Cisterna (ma anche di Latina e del Circeo) dopo tante ricerche, applicazioni e voglia di impegnarsi) venne venduto sotto il marchio commerciale di “vino dei Castelli Romani”, che aveva sicuramente una storia più antica e importante, ma per molti versi differente dalla nostra. Mi capitò, perciò, di scrivere sul quotidiano Il Messaggero, del quale ero collaboratore, un articolo nel quale muovevo qualche obiezione a questo desiderio di sppossessarsi della “tipicità” pontina a favore di altri. Ne ricevetti una irritata risposta dal direttore (o forse dal presidente) del Consorzio per la mozzarella di bufala campana, che dava il marchio ai latticini nostrani, e che da Caserta tuonava rispondendo alle mie caute obiezioni dicendo, in poche parole, che non sapevo nulla di commercializzazione dei prodotti. La stessa cosa mi fu obiettata da qualche rampante operatore pontino. In effetti, non facevo quello specifico mestiere, pur facendone uno molto prossimo (promotore di turismo). Ma non facevo questione di professionalità, quanto di buonsenso. Poi vennero gli sversamenti diffusi di materiali inquinanti nei terreni agricoli e di pastura delle bufale della Campania. E venne fuori lo scandalo della “Terra dei fuochi”, che era quella stessa terra che produceva il latte della bufala campana. La nostra mozzarella, pur se prodotta in un territorio completamente diverso e sicuramente più sano, seguì la sorte prodotta da quella cattiva pubblicità. Io non so, ripeto, quale sia la vendita dei prodotti pontini, né se essi si sono restituiti al territorio di produzione. So, però, perché me lo segnala un amico, Lorenzo Tonioli, da Bologna, che la situazione della mozzarella campana (cioè prodotta in Campania) è precipitata. Per saperne di più basta collegarsi al seguente sito, e ne tragga le conseguenze http://www.ilmattino.it/MANGIAEBEVI/LENEWS/effetto-terra-dei-fuochi-crolla-l-amp-39-export-di-mozzarella-di-bufala-57-milioni/notizie/1146202.shtml

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