19 Luglio, 2017 - 1 Commento

PARCO FALCONE E BORSELLINO
CONTINUA IL CAMBIO DELLA TOPONOMASTICA

parco falconeIl parco cittadino di Latina – i cosiddetti “giardinetti” – dal 19 luglio si chiamerà col nome di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i magistrati siciliani trucidati dalla mafia insieme agli uomini delle loro scorte, e ormai assurti a segno e simbolo di una volontà di riscatto civile di questa nostra povera società sempre più imbarbarita. L’ intitolazione sarà onorata dalla presenza di due donne delle Istituzioni, Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati e da Rosy Bindi, già Presidente della Commissione antimafia. Il nome di Falcone e Borsellino sostituirà quello di Arnaldo Mussolini, fratello del duce, giornalista, uomo di scuola, forse l’aspetto mitigato del decisionismo suicida del fratello. Al suo nome fu intitolato dal Podestà di Littoria (oggi Latina) il parco fino al luglio del 1943, quando la caduta del fascismo determinò anche una prima epurazione dei nomi dalla toponomastica urbana , e tra essi quello di Arnaldo. Quel nome ricomparve agli inizi anni Novanta del XX secolo, quando Latina venne amministrata dal sindaco senatore Ajmone Finestra, uomo che aderì alla Repubblica di Salò. Fu una decisione che finì anche sul Jerusalem Post e che suscitò rimostranze, perché del tutto anacronistica ed inutilmente provocatoria. Ora, per l’avverso destino delle umane sorti, come direbbe il poeta, il suo nome ritorna negli archivi storici, sostituito dai nomi dei due giudici antimafia. E questa scelta – dettata dalla correttezza amministrativa (la re-intitolazione non aveva alcun senso storico, né era sostenuta da una pur doverosa prassi istituzionale – ha sollevato qualche protesta negli ambienti post-fascisti del Capoluogo pontino, che invocano una presunta lesione di maestà.

Ma quante altre proteste non si sono fortunatamente levate per un cambio di nome su una targa toponomastica, che prende atto che la storia appartiene ai fatti e che i fatti di cui il nome di Arnaldo Mussolini era portatore, non esistono più e sono rifiutati dalla nostra Carta Costituzionale? Ricordiamo a Latina piazza Savoia, oggi piazza San Marco; piazza XXIII Marzo (istituzione dei Fasci di combattimento) che oggi si chiama significativamente piazza della Libertà; piazza Impero, oggi piazza del Popolo e così via, sulla scia di un inesorabile mutamento dei tempi e di quei passati sentimenti che solo la grande tolleranza dell’Italia democratica consente di rievocare impunemente. Andiamo, dunque, al Parco Falcone e Borsellino con la certezza di aderire ad una guerra di vittime, e non a una guerra che ha fatto vittime. E salutiamo come deve fare ogni Paese democratico con il giusto riconoscimento alle Persone di coloro che oggi rappresentano il nostro Stato.

4 Luglio, 2017 - Nessun Commento

MARGUERITE CHAPIN CAETANI
IN UN LIBRO DI LAURIE DENNET

295Laurie Dennet, scrittrice britannica, ha dedicato una lunga e documentata ricerca ad una delle protagoniste di quel ricco Casato che furono le ultime generazioni dei Caetani di Sermoneta: parla di Marguerite Chapin, americana di cospicua famiglia, europea di splendide intuizioni e gusto letterario. Anni di indagine e di letture sono diventate, grazie a Laurie Dennet, un bel libro, per il momento ancora nella sola lingua inglese, ma del quale si sta parlando per una prestigiosa traduzione in italiano. Il titolo è suggestivo An American Princesse. The remarkable life of Marguerite Chapin Caetani. Marguerite fu la moglie di Roffredo Caetani, che sposò a Londra nel 1911. Visse a lungo in Francia, dove pubblicò la rivista Commerce, che accoglieva contributi dei maggiori autori giovani dell’epoca in ogni campo della letteratura, così come fece quando rientrò in Italia col marito e i figli Camillo e Lelia: a Roma. difatti, pubblicò la riedizione di Commerce ma cambiandole il nome in BottegheOscure. Questa rivista divenne prestigiosa portavoce delle migliori risorse giovani dell’Europa e degli Stati Uniti degli anni Venti-primi anni Trenta. Tutti coloro che scrissero su quelle riviste sono poi divenuti stelle della letteratura mondiale. Laurie Dennet, con una pazienza ed un’abilità di scrittrice, tipiche di chi ha classe, ricostruisce le vicende familiari, intellettuali, di giardiniera a Ninfa di Marguerite, regalando ai lettori di lingua inglese un’opera, èdita da Mc Gill-Queen’s University Press, Montreal & Kingdome, London and Chicago. Per la traduzione in italiano, come si diceva, e per la stampa di una edizione per il mercato italiano sono in corso trattative che ci si augura possano avere un esito felice.

 

2 Luglio, 2017 - Nessun Commento

LE BOLLETTE DI ACQUALATINA
UNA MISTERIOSA CRESCITA

L’acqua potrà anche mancare. La crisi idrica potrà anche imperversare. Quello che non mancherà è la “bolletta” dell’acqua. Che diventa sempre più misteriosa, nel lievitare della somma che fa il totale da pagare. E noi del Nord provincia siamo già fortunati, perché nel Sud provincia, dove hanno massacrato le sorgenti  (vedi Mazzoccolo a Formia) e dove le “formae”, i ruscelli carsici, continuano a scaricare acqua ottima a mare, nel sud provincia, dicevo, sono a regime bellico. L’acqua si stacca la sera e si riattiva al mattino. Durante la notte è vietato bere e lavarsi. Ma naturalmente si fa la riserva la sera, quando il consumo aumenta e forse annulla il risparmio notturno. Ma sono numeri e naturalmente a sbagliare siamo noi. A Roma, però, hanno deciso di chiudere i “nasoni” le famose fontanelle, da noi le fontanelle continuano a sprecare acqua. E veniamo al caso del sottoscritto: unità familiare due persone, consumi normali. Stavolta mi è arrivata una “botta” da 181 euro. Per due persone. Leggo i numeri: quota fissa /chissà poi perché, se io pago a consumo) euro 27 (arrotondo);  acquedotto (che significa? consumo? e allora chiamiamolo così!) euro 110; fognatura e depurazione  26 euro (ma come si determina e chi controlla?); circa 2 euro per un misterioso U1 per acqua, fogna e depurazione; altri 49 euro per “compensazioni pregresse” per acqua, fogna e depurazione (e sono così tre partite per le stesse tre voci: ma nessuno spiega a cosa si riferiscono queste compensazioni, neppure il foglio excel che è “compiegato” alla bolletta); altra misteriosa “voce” è riferita a “addebit/crediti diversi”: mi si chiedono  00,1, ma  la modestissima entità della cifra non tragga in inganno: l’importante è che ci sia la “voce”, che invece dovrebbe chiamarsi “arrotondamenti”); altri quasi 17 euro per l’Iva su un alimento vitale come l’acqua, una specie di tassa sulla sopravvivenza, pari al 10% (ma qui Acqualatina non c’entra, c’entra il Governo, che non deve tassare l’acqua, dopo averla affidata commercialmente ai privati, malgrado un referendum abbia cassato quell’affidamento). Totale, 181 euro, di saldo. Che dovrò pagare, perché chi ha un’utenza deve pagare. Ma i dubbi mi affliggono, soprattutto se vado a riguardare le passate “bollette” che mi chiedevano un massimo di 40 euro fino a poco tempo fa. E da allora a oggi l’inflazione è stata pari quasi a zero. E gli scompensi idrici sono rimasti gli stessi. Nessuno spiega. Ma ci annunciano che tra poco Acqualatina potrebbe passare all’Acea, e il diritto alla protesta si allontanerebbe ancora di più, nei meandri romani. Gesù., fate luce. Anzi, fate acqua.

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