9 Dicembre, 2014 - Nessun Commento

IL CAVALLINO RAMPANTE DELLA FERRARI DOPO NORMA APRE UN CLUB A LATINA

(foto da Formula1. ferrari)

(foto da Formula1. ferrari)

Novità per gli amanti del Cavallino Rampante: è stato inaugurato a Latina un punto di ritrovo della Scuderia Ferrari Club di Norma. L’unica realtà della provincia pontina riconosciuta dalla casa di Maranello avrà un quartier generale presso il Tennis Club Nascosa. La Scuderia Ferrari Club, attiva dal 2000, presieduta da Benedetto Catalani, conta su oltre un centinaio di soci. I fondatori intitolarono il club a Francesco Baracca, il famoso eroe aviatore che sulla carlinga del suo velivolo portava il disegno del celebre cavallino, poi impiegato da Enzo Ferrari per le sue macchine. In questi anni la sezione di Norma ha organizzato una serie di importanti iniziative, e tra esse visite alla fabbrica di Maranello, alla Galleria Ferrari e al Ferrari Store; “spedizioni” ai Gran Premi di Monza e Imola, e sulle piste di Fiorano e del Mugello; la partecipazione al campionato “Scuderia Ferrari Box” con i “modelli a spinta”, la cui unica propulsione è la forza di gravità; e altro. L’ apertura della sede a Latina rappresenta uno strategico punto di riferimento per l’intera regione: si trova presso il Tennis Club Nascosa, una istituzione per lo sport della città, fondato nel 1975. L’ iscrizione permetterà di partecipare a visite organizzate e ai “Club days” a Fiorano o del Mugello, in occasione dei test della squadra di Formula Uno. Si potrà anche accedere alla Community on line e usufruire di sconti e omaggi sui biglietti e sul Ferrari Store.  

5 Dicembre, 2014 - Nessun Commento

LATINA REAGISCE
PER IMPEDIRE CHE LA CITTÀ DI FONDAZIONE DIVENTI UNA CITTÀ AFFONDATA

20141128_105244Latina sta imparando a indignarsi. E a ribellarsi. Questa è una buona notizia. Speriamo diventi una buona pratica, abituale, pronta a scattare ogni volta che la cattiva politica vuole sopraffarla, dimenticando quanto essa abbia già perduto nella considerazione e nella stima della gente qualunque.

Nel commento che abbiamo intitolato “Mani sulla città” di qualche settimana addietro, avevamo evidenziato alcuni comportamenti che vanno nella direzione opposta a quella che i Cittadini si aspettano da chi li amministra. Quei Cittadini ora sono scesi in strada. Per protestare. Non impugnavano forconi, ma la protesta ha avuto la forza minacciosa dei forconi. Si voleva distruggere una parte del Parco Santa Rita, sito in una area della Città che già conobbe nel passato rivendicazioni e sopraffazioni. Lo si voleva ricoprire di cemento. I Cittadini hanno detto senza mezzi termini che non sono più disposti a tollerare e assistere omertosamente gli interessi di una ristretta ma pertinace cerchia di soggetti politici ed economici, costituitisi in lobby.

Non basta: si voleva costruire un palazzo in un cortile di un edificio di fondazione, ossia in uno di quegli edifici realizzati negli anni Trenta del secolo scorso, dei quali la politica si riempie la bocca per esaltare le caratteristiche e la qualità dello stile architettonico di cui si rivestì Littoria/Latina. Si tratta di quegli immobili che privilegiavano il verde condominiale, aprendo i grossi palazzi al beneficio degli spazi comuni e di un poco di aria, due elementi che la cementizzazione urbana sta cancellando. Anche qui la gente è scesa in strada e ha fatto sentire la sua voce. Ed ha avuto partito vinta.

Poi è venuta la manifestazione più simbolica e pregna di significato ribelle: un giovane e coraggioso magistrato della Procura della Repubblica di Latina era stato palesemente minacciato (erano stati incollati sui muri manifesti funebri che ne annunciavano la morte e le esequie, proprio come nelle regioni ormai in mano alla mafia): bene, circa duemilacinquecento giovanissimi di tutte le scuole hanno occupato il viale che conduce al Tribunale e il grande piazzale che lo fronteggia, ed hanno urlato la loro solidarietà al giudice minacciato, contro la mafia, la camorra e la ndrangheta che si stanno infiltrando nei gangli politici ed economici di questa giovane Città. I giovani studenti difendevano non solo il diritto alla legalità e la voglia di stare in pace; difendevano il loro futuro, che i politici non sanno prevedere, né difendere. Saranno loro che dovranno subire le conseguenze di una insana gestione della Città di oggi, quando si troveranno a doverla gestire nel momento in cui saranno divenuti adulti. Quei giovani hanno chiesto ai politici di stare lontani dal loro corteo, e questo è stato uno schiaffo sonoro, al quale nessuno ha risposto. È la dimostrazione che la Città ha ancora una dignità e le forze per difenderla, per fare sì che la Città di Fondazione non diventi una città affondata.

21 Novembre, 2014 - Nessun Commento

GOVERNO LADRO: MA LA REGIONE LAZIO CI PRELEVA SEMPRE PIÙ TASSE ORMAI È LA PIÙ ESOSA IN ITALIA

Il Corriere della Sera di domenica 16 novembre 2014 informa che il Lazio è la Regione nella quale si paga la tassa regionale più alta in Italia (è quella che va sotto la specie formale di addizionale Irpef per le spese regionali). La spesa pro capite di ogni contribuente laziale supera i 580 euro ogni anno. Una spesa che cresce anno dopo anno, senza che al contribuente venga fornita alcuna spiegazione e senza che lo Stato garantisca, a sua volta, alcun controllo su questa non più “nascosta” e iterativa tassa sui redditi. Di più: per lo Stato si straparla se percepisce un euro in più di tributi; per Regioni, Province e Comuni, che attingono alla stessa mammella fiscale (cioè a noi contribuenti) nessuno è tenuto a fornire spiegazioni e nessuno alza la voce per protestare. Siamo davvero un paese con vocazione alla sudditanza. Forse questa debole voce di un Blog non è sufficiente a raggiungere la sordità dei politici del Lazio, ai quali chiediamo di spiegare come investono i nostri soldi, visto che ci minacciano di toglierci i servizi, a causa della riduzione della fetta erariale statale; ma non giustificano perché ci prelevano (di nascosto e surrettiziamente) sempre di più. Una risposta è dovuta, anche se il sordomutismo politico non è una malattia acuta, ma cronica. Anche presso quei partiti che predicano la trasparenza, la correttezza, la pulizia. Magari degli altri.

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