BRIGANTI A CISTERNA
E’ noto che molte zone dell’area a sud di Roma hanno goduto per lungo tempo della non invidiabile fama di “paese dei briganti”, fin dall’epoca di papa Papa Sisto V, al quale solevano portare ceste piene di teste appartenute a banditi dai cui tronchi erano state spiccate a dimostrazione dell’efficienza del servizio di repressione. Con l’Unità d’Italia il fenomeno del brigantaggio si vestì anche di panni del lealismo politico, perché molti briganti giustificarono le loro aggressioni come reazione alla caduta dei Borboni e dello Stato pontificio, e la storia finì spesso in un bell’imbroglio, per cui i banditi a volte diventavano eroi. E andò avanti per parecchio, se Edmondo De Amicis, l’autore del libro “Cuore”, che fece piangere di commozione intere generazioni, ancora nel 1881 forniva questa colorita descrizione della presenza di briganti che si muovevano senza alcun timore tra la gente in occasioni solenni e rituali come erano, un tempo, le feste religiose o le fiere di paese. Ne “I miei ricordi” cita, ad esempio, che per la ricorrenza della festività della Madonna d’agosto, si recò a Cisterna insieme ad amici per osservare da vicino gli usi locali seguiti per quella ricorrenza. Sentiamo cosa gli capitò, nelle parole che lui stesso ebbe a scrivere a ricordo della sua esperienza. “”Sento tra gente e gente correre un bisbiglio, un sussurro che si comunicava da vicino a vicino: ed intorno a me si comincia a dire assai chiaramente: – I briganti! Ecco i briganti! -. Mi volto, m’alzo in punta di piedi […], cerco con lo sguardo sulle teste, e vedo di fatti non lontano tra gente e gente i cappelli a pizzo inghirlandati di nastri a svolazzo, distintivo della rispettabile corporazione [dei briganti]. Erano proprio loro. Per quanto avvezzo agli usi del paese, non mi sarei mai figurato che il facile vivere italiano giungesse a tanto. Fatto sta che i signori Assassini giravano per la fiera, alcuni sotto braccio a’ borghesi, e portavano il loro uniforme carico di galloni, di medaglie o meglio monete, di catene d’oro d’ogni razza., Non vedevo né cherubine, né tromboni, né altre armi apparenti: erano puliti, con la tela di bucato delle cioce, ed una faccia serena e clemente come a dire: – Divertitevi, buona gente, noi non siamo né lupi né orsi, ci vogliamo divertire anche noi -. E i carabinieri pel buon ordine […] si trovavano sempre all’angolo della piazza diagonalmente opposto a quello occupato dalla banda. Di fatti l’ordine regnava a Cisterna più che in molti luoghi che so io.” Sembra di leggere in filigrana certe situazioni che non sono invecchiate.