Categoria "Pubblicazioni"
24 Dicembre, 2019 - Nessun Commento

LA G.B.HA VOTATO PER IL PASSATO

regno unitoL’Inghilterra ha votato ed ha attribuito a Boris Johnson una maggioranza assoluta che gli consentirà definitivamente di portare il suo Paese fuori dell’Europa. Il ”magnifico isolamento” è un problema che affligge di tanto in tanto l’Isola, degna del massimo rispetto per le sue scelte, se non fosse che quando si trova nei guai lascia l’isolamento e chiede aiuto all’Europa. La Brexit aveva lasciato aperta la strada di un possibile secondo referendum, data la ridotta maggioranza con la quale il Paese aveva risposto al referendum voluto da Cameron per motivi meramente tattici. Quel tatticismo è stato deleterio per l’ Inghilterra che ha vissuto tre anni di fibrillazioni politiche e di crisi economica aggiuntiva; all’Europa, di cui è stato avviato quel tentativo di smantellamento che farebbe tanto piacere ai grandi Paesi concorrenti (Usa, Cina, India, ecc.), ha spaccato la Gran Bretagna in due parti contrapposte, con riverberi su Irlanda e Scozia in primo luogo; ha diviso la città, che ha votato contro la Brexit, e la “pancia” del Paese che ha votato a favore; ed ha fatto gioire soltanto Mr Donald Trump, che si è immediatamente congratulato con Mr Johnson, promettendogli aiuti e, in questo modo, ritenendo di continuare ad assicurarsi una presenza forte in Europa. Ma, alla fine, è stato tradito lo stesso Trump, che ha rinnegato una politica statunitense che dura dalla entrata in guerra del suo Paese, fino ad oggi, attraverso una presenza intelligente (Piano Marshall), una politica interessata (Patto Atlantico e conseguente Nato come deterrente durante la Guerra fredda con l’Unione Sovietica) e una molto meno intelligente, fatta di interferenze con i singoli Stati. Le elezioni in Gran Bretagna hanno, però, anche dimostrato, attraverso studi sociologici sulla origine del voto, che la parte giovane e informata della G.B. ha scelto per i giovani (Europa, Trattati, Accordi internazionali a partire da quello sul clima di Parigi); e ha riaffidato a generazioni ormai anziane negli intenti la gestione del Paese. E’ un nuovo regalo che si fa contro i giovani e il loro futuro, continuando a mantenere un popolo di conservatori, sempre più chiusi in se stessi, e che non vogliono guardare al di là della Manica ai cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo, a cominciare da quelli climatici.

 

 

9 Dicembre, 2019 - Nessun Commento

SCOMPARE PIERO TERRACINA
RESTA INTATTA LA SUA VOCE

bimario 21pieroL’Ansa, la più importante agenzia di informazioni italiana, ha aperto la sua prima pagina di notizie alla stampa dell’8 dicembre 2019 con la notizia della morte di Piero Terracina, 91 anni, la Voce più insistente e più impegnata a far conoscere la memoria della Shoa. I telegiornali di tutte le reti, i radiogiornali, le testate nazionali, i siti, i blog, i social networks hanno ripreso e rilanciato la notizia per tutta la giornata. Con Piero Terracina è scomparsa la Voce della memoria degli ebrei romani deportati ad Auschwitz, dopo il rastrellamento del 16 ottobre 1943 che portò nel carnaio nazista 1029 persone, tra uomini, donne e persino bambini. Riuscirono a sopravvivere alle camere a gas, ai tormenti, al freddo, alla fame, ai lavori forzati soltanto 16 persone e tra esse una sola donna, Settimia Spizzichino. Tra i 15 uomini c’era anche Piero Terracina. Portava con sé il ricordo dell’inferno in terra, ma ne tacque fino al 1991, quando nel cimitero di Carpentràs (Francia) furono violate tutte le tombe ebraiche, facendo riemergere lo spettro dell’antisemitismo. Fu allora che Piero Terracina decise di tirare dalla sua memoria tutti i ricordi personali per farli conoscere da Testimone soprattutto ai giovani. Per quasi trent’anni la sua missione è stata quella di trasmettere il ricordo di come l’uomo “ariano” possa essere bestiale nella sua follia di affermazione della “supremazia” di una razza e di sterminio di quella da lui giudicata indegna di vivere. Piero ha fatto centinaia di viaggi di ritorno ad Auschwitz con gli studenti in visita al Luogo dell’Orrore, inseguendo e rivivendo i giorni della sua angoscia, per trasmettere ai giovani quel ricordo e metterli in guardia contro la follia bestiale di chi predica l’odio razziale. “Se anche solo il 5 per cento dei ragazzi che mi ascoltano riesce a fare proprio il significato di quella follia, per me sarà stato un successo”, soleva dire Piero Terracina. Ora la sua Voce tace nel silenzio della morte, ma ciò che ha seminato resta come vivo e bruciante ricordo e insegnamento perché mai più accadano simili brutalità. Molti tendono a sminuire la portata della Shoa dicendo che nel mondo ci sono stati anche altri massacri, genocidi, stragi di “diversi”. Ma la Shoa è una macchia indelebile per tutta l’Umanità, per lo spietato disegno concepito dai nazisti di sterminare un popolo ultramillenario. La Shoa aggiunge al conto delle stragi di ebrei anche il segnacolo del Simbolo alto e perenne. Il 10 dicembre a Milano un corteo di migliaia di persone e tra esse 500 Sindaci italiani con la fascia tricolore si è radunato per “non far sentire più sola” Liliana Segre, senatrice a vita della Repubblica italiana, a suo tempo bambina ebrea che ha conosciuto Auschwitz. Anche la minuscola voce di questo Blog si unisce al corteo milanese per fare compagnioa a Liliana Segre anche nella visita a un altro luogo simbolico della capitale lombarda: il famigerato   Binario 21 dal quale partirono decine di vagoni carichi di ebrei diretti verso la morte. In Provincia di Latina, il Comune di Terracina elesse a propri cittadini onorari tutti gli ebrei che portano il cognome di Terracina, loro lontano luogo di origine. Fu fatto con una apposita cerimonia pubblica. Anche Piero Terracina – cittadino onorario con gli altri – merita di essere ricordato dalla città dalla quale la sua Famiglia prese il nome.

 

8 Dicembre, 2019 - 2 Commento

UN MARE DI SARDINE

SARDINEEbbene sì, lo confesso. Ho imparato a nuotare quando avevo quattro anni, e ho imparato quando la guerra era stata già dichiarata. A quel punto l’aver imparato a nuotare così presto non mi servì a nulla, perché non interessava a nessuno (o quasi) pensare di poter nuotare dopo che era già da tempo scattato il razionamento dei viveri, pane compreso. E l’Italia era stata portata dentro una guerra di distruzioni e di morti ammazzati non disponendo neppure delle duemila calorie giornaliere di cui una popolazione in guerra (e un esercito abbastanza scalcagnato nella stessa guerra) poteva disporre, senza la certezza di non morire di fame e di deperimento.

Dice: ma che c’entra il nuoto con la guerra e le calorie. Certo, apparentemente non c’entra nulla. Ma se percorriamo tutto il tempo che va da quei momenti di fame, di paura e di morte fino ad oggi che siamo stanchi di stare abbastanza bene e comunque in pace da 80 anni, forse il nesso lo intuirete. In un anno e mezzo abbiamo dichiarato di nuovo guerra all’Europa (28 nazioni compresa la non ancora riuscita Brexit) poi abbiamo dichiarato la guerra alle nocciole turche colpevoli di inquinamento della nostra sacra Nutella, ma in compenso ci stiamo schierati con l’Ungheria di un neo dittatore che può chiudere un giornale se non gli dà ogni mattino il buongiorno su nove colonne di prima pagina, o con governanti che pure hanno attraversato poco fa una vicenda fatta del peggiore dominio comunista. E abbiamo riscoperto il fascino dell’uomo forte che pedala in solitaria e che vuole portarci a rivivere sotto un regime senza regole e senza libertà, ma illuminato da marmellate prodotte solo con la nostra frutta autarchica e forse ripulito di tutti gli altri inquinanti umani provenienti da Paesi  che sotto l’uomo forte abbiamo depredato e colpito.

Ecco perché mi è tornato alla mente che ho incominciato a nuotare a quattro anni, e che, sapendo nuotare anche oggi, sono diventato una sardina, a oltre 80 anni, quanti ne conto. Sono diventato una sardina e ho ritrovato il gusto di vivere in un mare profondo, fatto di canti di libertà e di giovani che riscoprono il gusto di fare politica per se stessi. Le nostre generazioni hanno costruito il peggior futuro che si poteva pensare, ed essi ora riscoprono che quel futuro appartiene a loro. E che noi “adulti” dobbiamo fare parecchi passi indietro, e dobbiamo fare ogni cosa possibile per agevolarli nella libertà che è l’ultimo bene che gli abbiamo conservato. Senza uomini forti che ci portano a litigare con tutto il mondo e farneticano di denaro da distribuire, di economie che non stanno in nessun paese del mondo, e lo fanno chiedendo “pieni poteri”, compreso quello di tapparci la bocca.

E’ per questo che la sera del 7 dicembre sono andato anche io tra il popolo delle sardine sulla piazza di Latina (olim Littoria) in mezzo a tutti quei ragazzi che parlavano della loro politica e rivendicavano il diritto al loro futuro. Forse ho anche io – imparando a nuotare a 4 anni, a guerra già dichiarata da un altro “uomo forte” che disponeva di “pieni poteri” – contribuito a ricreare nuove e diverse condizioni per vivere in pace i miei ultimi anni. Perché quel mare nel quale i giovani contano di farmi nuotare è davvero profondo, come dice il Lucio Dalla nazionale, e vi si può nuotare liberamente.

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