28 Novembre, 2012 - Nessun Commento

UOMINI DA RICORDARE
MASSIMO PANINI, UN PROFESSIONISTA

L’ingegnere Massimo Panini ci lascia con il ricordo vivo di un rigore professionale che nasceva dal modo con cui aveva, fin da studente, inteso il suo stile di vita: studiando, applicandosi e tenendosi sempre aggiornato. Una solidissima formazione che, miscelandosi con un aspetto austero, la figura slanciata e magra, il naso affilato, l’abito sempre scuro gli consentiva di misurarsi con tutti, senza timori reverenziali, pur nel massimo rispetto per l’interlocutore. Chi scrive ha avuto la fortuna di sperimentare queste grandi doti da una posizione assai prossima, perché gli fu consigliere tecnico in un’attività che lo impegnava quando svolgeva un lavoro diverso.

Intanto Massimo Panini non era di quelli che dicevano : “te l’avevo detto…”: si accollava per intero non solo il peso del suo incarico, ma anche tutte le noie che esso comportava, anche a costo di trasformare un rapporto di collaborazione in un potenziale conflitto. Del resto, alla ricerca di un tecnico onesto e preparato, anzi corazzato, mi era stato segnalato con questa credenziale: “E’ persona difficile che forse ti creerà qualche problema di relazioni, ma del quale puoi fidarti ciecamente, come uomo e come tecnico”. Sottoscrivo, a cose fatte, quel giudizio, e, a distanza di tempo, delle “difficoltà relazionali” (con i terzi) non resta nulla, ma resta per intero la stima e il ringraziamento per la impeccabile gestione che ha tenuto, e che gli ha consentito di garantirmi da passi falsi. La sua apparente durezza derivava da quella grande capacità, che non gli faceva temere confronti avendo i mezzi per affrontarli. Ho avuto modo di recente di sentirmi con lui per tutt’altra cosa, per ricordare l’esperienza maturata a Latina, negli anni Cinquanta del XX secolo, dal gruppo Comunità di Adriano Olivetti. Qui a Latina nacque (come a Bassiano, e, soprattutto a Terracina) un centro, del quale Egli faceva parte insieme ad altri giovanissimi che si sarebbero segnalati (uno per tutti: Franco Luberti, dal quale, peraltro, Massimo Panini era culturalmente e politicamente distante). Gli chiesi se avesse voglia di scambiare una chiacchierata su quell’esperienza. Mi disse subito di sì, e a conferma iniziò immediatamente con una serie di ricordi, che la sua morte impedirà di sviluppare.

Ciao Massimo, ne riparleremo.

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