2 Giugno, 2012 - 1 Commento

I RISCHI DI UN SISMA
Una scomoda presenza da affrontare con realismo

LATINA –  Il sisma che ha distrutto diversi paesi dell’Emilia non può restare solo un fatto di cronaca che riguarda “gli altri”: deve diventare occasione di scuola anche per l’Agro Pontino. Le ragioni sono almeno tre:

– Perché – si dice e giustamente si ripete – tutta l’Italia è a rischio sismico;

– Perché l’Agro Pontino ha una conformazione che si avvicina molto a quella della pianura emiliana, sia dal punto di vista geologico che da quello della storicità dei terremoti. E, fino a dieci giorni fa, anche come  categoria di rischio sismico assegnato dalla legge;

– Perché l’Agro Pontino sta facendo esperienza di scuotimenti sismici dal luglio del 2011: prima con ipocentro in Tor Tre Ponti, poi, nella notte tra il 25 e il 26 maggio, addirittura a Gionchetto, ossia nella immediata periferia nord della città di Latina, a un passo dal centro urbano. E si è trattato di scosse che hanno superato anche il grado 3 della scala Richter.

Questo significa che il rischio sismico non può più non riguardarci: dobbiamo guardare in faccia le cose, e ammettere che non c’è più alcuna ragione per ritenerci beatamente esentati dal rischio di sentire nuovamente tremare la terra sotto i nostri piedi e i nostri tetti.

Dice: ma un terremoto non si può prevedere. Questo sì, ma si possono prevedere tutte le cose capaci di attenuare le conseguenze del terremoto.

Proviamo a considerare:

tutti gli edifici dell’Agro sono nati nella convinzione che qui non c’è pericolo di terremoti, per cui le progettazioni sono state fatte in questa previsione (e invece, come abbiamo visto e sentito, questo non vale più). Ciò autorizza a pensare che molti di quegli edifici potrebbero non essere stati progettati e costruiti per sostenere una scossa più forte di quelle fin qui avvertite

una quantità di capannoni industriali si trova probabilmente nelle stesse situazioni di quelli emiliani

la pianura pontina è affollata da una quantità di edifici abusivi: ma sono stati “sanati”, può dirsi: sì, ma le sanatorie prevedono solo il pagamento di multe, non anche l’adeguamento strutturale, il consolidamento

le “città nuove” vanto e simbolo dell’Agro Pontino non sempre sono anche città sicure. Sono venute su in fretta, qualche volta con troppa fretta, giustificata solo dalla politica d’immagine del fascismo. Sabaudia, ad esempio, in qualche modo ne è la dimostrazione, giacché le cattive (ed anche antiquate) impostazioni strutturali e la cattiva qualità di alcuni materiali usati hanno finora costretto a rinforzare: la torre civica, il campanile della chiesa, l’albergo originario, l’ex teatrino, e chissà quali e quante altre costruzioni, mentre il mercatino coperto è stato abbattuto da tempo perché pericolante.

C’è anche un’altra cosa da non dimenticare: da noi non esiste nessuna cultura della evacuazione ordinata di edifici affollati (chiese, scuole, uffici pubblici e privati). Chi ci ha mai insegnato come si esce in ordine in caso di evento sismico? E quali sono i comportamenti da seguire in caso di sisma?

Previsioni da uccellaccio del malaugurio? Può darsi, e in questo caso, come si dice, crepi l’astrologo.

Ma in attesa che l’astrologo crepi, perché non si fa un piano per la protezione antisismica? E perché non si introduce l’obbligo delle esercitazioni per evacuare gli edifici?

E, magari, perché non si avvia una verifica del livello tecnico di staticità dei maggiori edifici pubblici e privati, come del resto ha già chiesto qualcuno?

Che le preoccupazioni espresse non siano esagerate, lo dimostra anche l’iniziativa del Comune di Latina di sollecitare l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ad avviare uno studio specifico, anche installando dei sensori.

Tutto questo non eviterà un eventuale terremoto, ma potrebbe servire almeno a ridurre i danni, salvando vite umane.

 

1 Commento

  • Caro Piergiorgio,
    condivido pienamente il tuo punto di vista. Da ingegnere mi verrebbe spontaneo chiosare qui e là il tuo scritto con qualche precisazione: forse la situazione a Latina è meno grave che in Emilia.
    Ma il forse è d’obbligo, ed altrettanto obbligatoria è la necessità di essere più attenti al rischio sismico, più di quanto possiamo esserlo stati sinora.
    Continua così e complimenti per il blog.

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