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10 Gennaio, 2017 - Nessun Commento

LATINA CITTA’ SPORCA

sedia-in-viale-dello-statutoTra le molte macerie lasciate a Latina dalle precedenti Amministrazioni, la più ingombrante è sicuramente il fallimento di Latina Ambiente, la società a capitale misto che dopo alcuni anni tutto sommato gestiti senza infamia e senza lode, si è arrotolata nei suoi debiti fino al crac finale. Una matrice sfortunata, se anche quella di Terracina (Terracina Ambiente, appunto) ha fatto la stessa fine, con lieve anticipo. Ma che manager vengono scelti (e ben pagati)?

Chi venisse a Latina in questi giorni di festa inorridirebbe a vedere l’ammasso di rifiuti che si accumula nei cassonetti, sui marciapiedi e sulle strade. I pochissimi servizi che ancora vengono resi, poi, sembrano una caricatura della produttività e della efficienza di una società mista. Basterà- osservare le due fotografie che pubblichiamo per comprendere in che condizioni si trova un Capoluogo di Provincia (sia pure destinata a scomparire). L’immagine della “collaborazione” di pessimi cittadini è evidente: una seggiola da ufficio lasciata su un marciapiedi di viale dello Statuto, quasi davanti ad una farmacia; e il carico di scatolame che qualche commerciante ha abbandonato sul marciapiedi di via Alfieri, impedendone il transito. Una dimostrazione di inciviltà che, però, fa quasi la pari con il senso di impotenza che i pubblici poteri dimostrano in due modi: non multando pesantemente chi si rende responsabile di questi fatti; e non predisponendo un servizio di vigilanza, che solo i Vigili Urbani potrebbero garantire. Ma in che modo punire i cittadini incivili? Spedendoli a frequentare obbligatoriamente le scuole elementari nelle quali, evidentemente, nulla hanno imparato.

Vediamo cosa ha lasciato dietro di sé Latina Ambiente:

– cassonetti che non vengono lavati e bonificati da anni e che emanano un fetore che solo le basse temperature invernali, fortunatamente, attenuano

– chiazze di grassi e di percolato che cade dai pochi camion che qualche volta svuotano i cassonetti, e che seminano altri cattivi odori

– macerie di piccola attrezzeria per ospitare i sacchi di immondizia: macerie che non vengono rimosse

– la perdita dell’abitudine di differenziare la spazzatura: Latina Ambiente ha speso pochissimo per dare istruzioni ai cittadini e per sensibilizzarli. Oggi il cittadino ha perduto anche quel poco che aveva imparato e la differenziata, che avrebbe dovuto ridurre i costi e quindi le tasse, è stata ormai abbandonata

– la diseducazione dei cittadini che, dimenticando il poco che avevano imparato, danno una bella mano a rendere la città sporca e fetente. Sono quegli stessi cittadini che si lamentano della poco efficienza degli amministratori.

Che cosa potrebbero fare gli amministratori? Innanzitutto mandare sulle strade qualcuno dei circa cento Vigili Urbani che si sono inguattati dietro qualche scrivania. In città non ce n’è uno in strada, con la conseguenza che ognuno fa il proprio comodo, parcheggiando sulle strisce pedonali, impedendo l’attraversamento ai pedoni, bloccando gli scivoli per i disabili, impegnando in doppie file anche le strade del centro. I Vigili tornino al loro lavoro. LBC ha vinto le elezioni col motto “riappropriamoci della nostra città”-. Giusto: allora riappropriamoci anche dei mestieri che ciascuno deve fare, a cominciare dai Vigili Urbani.

Latina Ambiente, o quel che ne rimane, poi ha il dovere di pianificare i pochi servizi che ancora svolge, con un minimo di raziocinio. Alcuni episodi che dimostrano lo scarso raziocinio attuale:

– una macchina netta strade che pulisce solo il centro strada, che è già spazzato dalle auto, e ignora i depositi di immondizia che stanno ai bordi delle strade (è accaduto in questi giorni nel quartiere dietro il Tribunale: cinque strada “spazzate” in pochi minuti.

– un netturbino che con una scintillante e nuovissima tuta spazza un marciapiede di via Epitaffio, che nessuno percorre. I marciapiedi del centro, sempre affollati di gente che cammina, sono pieni di foglie marcite, sulle quali si scivola e che intasano le caditoie. Insomma al danno anche la beffa.

 

25 Dicembre, 2016 - Nessun Commento

BIBLIOGRAFIA PONTINA

libri-antichi-2-700x325-640x297Sono stati pubblicati alcuni volumi che interessano la storia antica e recente di alcune aree della provincia di Latina. Naturalmente qui si parla di quei libri che sono stati cortesemente portati alla conoscenza del recensore. Partiamo da quelli di storia religiosa. L’Editore Caramanica di Minturno, sempre diligente ed attivo in questo specifico campo, ha pubblicato i seguenti:

– La Memoria del Martire Erasmo, scritto da don Antonio Punzo e dal Prof. Antonio G. Miele. Si tratta di una ricostruzione delle vicende, finora mitiche, legate all’approdo a Formia  del vescovo Erasmo, che ebbe poi la sventura di morire in un modo pazzesco, a mezzo eviscerazione. Ma Erasmo aveva avuto il tempo di imporre la sua figura di religioso e di uomo dell’amore, conquistando il cuore e la fede di numerose città del Lazio aurunco, prime fra tutte Formia e Gaeta, che, difatti, lo ricordano come loro patrono; ma senza dimenticare anche alcuni piccoli centri dei Lepini pontini, come Bassiano e Roccagoirga, che al martire hanno dedicato chiese e celebrazioni. Punzo e Miele hanno compiuto un accurato lavoro di scavo e di rilettura di diversi documenti: cartacei, edilizi (come la chiesa di S. Erasmo a Castellone di Formia), bibliografici, ed hanno consegnato al lettore una assai suggestiva e per moltissimi versi convincente ricostruzione degli avvenimenti dall’arrivo di Erasmo alla sua morte e al nascondimento delle sue reliquie durante le invasioni saracene del X sec., e alla loro ricomparsa nelle mura ospitali del duomo di S. Erasmo a Gaeta. E’ un libro scritto con passione, competenza e amore e che si presenta riccamente illustrato, con immagini antiche e nuove, con una cronaca sintetica dei recenti restauri della chiesa formiana dedicata al Martire, con citazione di documenti che ne fanno un volume di grande attendibilità e, comunque, molto godibile (A. Punzo e A.G. Miele, La memoria del Martire Erasmo dalla leggenda alla storia, Caramanica Editore, € 25,00)

– Filippo D’Urgolo e Renato Marchese, due noti esperti ed appassionati di iconografia formiana, ma anche attenti studiosi della storia di questa città marittima, hanno rivolto la loro attenzione ad un tema che attiene da una parte alla storia antica e dall’altra al folclore religioso, occupandosi delle vicende dei due Santi patroni di Formia, Giovanni Battista ed Erasmo Martire, la cui devozione è particolarmente sentita nei due maggiori borghi che costituiscono Formia: il primo quello di Mola, e il secondo Castellone, un tempo Castel Nuovo (F. D’Urgolo – R. Marchese, Erasmo e Giovanni, Iconografia di due Santi patroni, Caramanica Editore, Minturno. € 15,00)

– Il terzo volume è ripreso da un articolo apparso sul Poliorama Pittoresco, rivista èdita a Napoli nell’Ottocento, e scritto dallo studioso e pittore Pasquale Mattej. Il titolo spiega il tema: Il Promontorio di Giànola e l’edificio ottagonale. Editore Caramanica di Minturno, s.i.p. E’ ristampa del foglio originale che ospitò lo scritto di Mattej ed è ricco di suggestive illustrazioni e disegni ottocenteschi e contemporanei. Una curiosità ed anche una rarità, almeno fino alla pubblicazione fattane da Caramanica.

– Alla saga della bonifica delle paludi pontine e delle migrazioni infraregionale è, invece, dedicato il volume Veneti Pontini, a cura di Giampiero Bianchi. Il volume ripercorre la storia della grande migrazione veneta in terra pontina, iniziata nel 1932 e protrattasi per anni, fino ai prodromi della Seconda guerra mondiale. La storia narrata è accompagnata anche da interviste di anziani pionieri della bonifica che hanno creato le grandi aggregazioni familiari che tuttora si ritrovano in Agro

23 Dicembre, 2016 - Nessun Commento

ACQUA E PENSIONI: GESU’, FATE LUCE

inpsNe hanno aperti tanti di negozi di ComproOro, al punto da avere creato un vero e proprio fenomeno, dagli aspetti anche un poco inquietanti. Ora Acqualatina – il gestore dell’acqua nella provincia di Latina – rischia di sostituirsi ad essi. Almeno a giudicare dagli importi delle fatture che con cadenza bi o trimestrale invia agli utenti della provincia di Latina. Nel giro di un paio di anni il valente monetario richiesto a è schizzato – nel caso personale di chi scrive, ma è uno delle centinaia di migliaia di casi – da una quarantina di euro a oltre 150 euro a bimestre. Oltre il 300 per cento. E senza alcuna spiegazione. L’;ultimo regalo trovato sotto l’albero di Natale ammonta a 175 euro. Siamo ad oltre il 300 per cento. E questo in regime di deflazione finanziaria. E se L’inflazione avesse avuto corso? La bolletta alla quale mi riferisco è, probabilmente (dico probabilmente perché non ho la certezza, perché sulla fattura non vi è alcuna indicazione del periodo di riferimento) una fattura di conguaglio annuale. E vi trovo esposti arretrati per oltre 350 euro per servizi il cui aumento non mi è mai stato notificato, anche se essi vengono compensati per i due terzi da pagamenti che avrei fatto in anticipo sulle precedenti fatture. Insomma, un guazzabuglio insopportabile. Mi chiedo se possa essere consentito giocare con i contribuenti costretti ad assumere l'acqua, altrimenti non si potrebbe andare avanti in alcun modo. Ma la cosa davvero sconcertante in questa nostra Italia è che stanno venendo meno alcune certezze giuridiche che fino a ieri ci consolavano almeno in parte. Accade che un referendum popolare abbia chiesto la deprivatizzazione della gestione idrica. Per un problema politico siamo stati capaci di buttare all’aria un Governo (Renzi, dopo il referendum SI-NO), mentre per un problema vitale come è l’acqua si trascurano pronunce della Corte Costituzionale e della volontà unanime dei cittadini. E’ una brutta cosa che fa il paio con il congelamento delle pensioni. Questo nasce dal Governo Monti, e consiste nel punire i pensionati facendo mancare loro ormai da quasi tre anni l’adeguamento annuale. Anche qui la Corte Costituzionale nel 2015 ha dichiarato incostituzionale il congelamento, e tale pronuncia è essa stessa legge che si sostituisce automaticamente a quella bocciata. Ma l’INPS se ne è altamente fregata, per cui i pensionati colpiti (quasi tutti) sono stati costretti a fare ricorso per interrompere i termini di prescrizione del ricorso per la mancata attuazione di una pronuncia della Corte. Stiamo diventando un Paese legibus solutus, che, cioè, si sente autorizzato a non rispettare le leggi a seconda dei singoli interessi: quelli dei gestori privati dell’acqua pubblica; l’INPS , e chissà cos’altro ancora. E’ Natale: Gesù, fate luce, avrebbe detto Domenico Rea nel suo libro.

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