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3 Aprile, 2025 - Nessun Commento

Latina, 120mila abitanti senz’acqua per 24 ore

Oggi abbiamo fatto a Latina la prima esperienza degli effetti della prima ora di una eventuale guerra. Una città di 120 mila abitanti è rimasta priva di acqua per ore e ore. Nessuno ha potuto lavarsi come d’abitudine. Sono stati bruciati milioni di metri cubi di acqua minerale che avevamo in casa per procedere alle pulizie personali minimali. I bambini sono stati portati nelle scuole e dopo un paio d’ore sono dovuti rientrare in casa, prelevati dai genitori, perché è scattata l’ordinanza di chiusura delle scuole. In difficoltà migliaia di esercizi commerciali: bar, parrucchieri ecc..

Stiamo pagando errori, omissioni, incompetenze di una vita. Acqualatina, già carica di mutui europei giganteschi,  oggi non riesce ad assicurare l’erogazione dell’acqua, né a rispettare i tempi di
sospensione dell’erogazione per riparazioni. Le condutture principali, ma anche quelle secondarie, sono vecchie e perdono milioni di metri cubi di acqua. I lavori in corso con i fondi del Pnrr saranno una goccia nell’oceano.

In questo quadro, che è noto da decine di anni, dopo la soppressione dei consorzi idrici locali e abbiamo assistito alla costituzione degli “ambiti territoriali ottimali” (gli Ato) e alla nascita di Acqualatina; è continuata per decenni la folle pratica di realizzare pozzi artesiani abusivi di qualsiasi tipo, profondità, portata che avrebbero determinato la scomparsa progressiva delle falde e decine di migliaia di prelievi abusivi e di consumi incontrollati;

le varie amministrazioni regionali non hanno mai fatto un piano per lo studio generale della risorsa idrica e dei mezzi per razionalizzarne il prelievo e il consumo; né risulta che abbia operato una sistematica politica di controllo e repressione dei nuovi prelievi “autonomi”.

E poi: i comuni hanno continuato a rilasciare concessioni edilizie  che presupponevano l’utilizzo della risorsa idrica, senza porsi il problema di gestire le quantità’ di acqua effettivamente disponibili rispetto alla crescente domanda; e hanno spesso continuato a rilasciare permessi per creare invasi privati, tipo le piscine, che per consentire bagni privati a pochi privilegiati, rubano e mal consumano acqua indispensabile alla comunità intera;

le fontane “monumentali” non sono state tutte adeguate al recupero e riciclo dell’acqua che usano per scopi – peraltro giustamente – di arredo urbano; le autobotti  dei servizi di pulizia urbana sprecano ogni giorno tonnellate di acqua per pulire le strade dei soli nuclei centrali urbani, e in tal modo addebitano a tutti i cittadini i vantaggi di cui godono soltanto le poche “elette strade chic”.

Mi viene da pensare che se davvero fossimo coinvolti in un conflitto, ci arrenderemmo in meno di una settimana: due bombe sulla linea ferroviaria nord-sud e saremmo divisi in due paesi (forse a questo aveva pensato Mussolini quando s’ inventò la inesistente Repubblica di Salò ; altre quattro bombe o missili sui principali porti e sarebbe interrotto il flusso di rifornimenti di qualsiasi tipo; altri pochi missili sui transiti in galleria alpini e morirebbero anche quei rifornimenti; non abbiamo armi, e quindi non potremmo neppure rispondere se non con qualche cannonata
devastante.

Perché dico queste cose? Perché ci sono sprovveduti amministratori che hanno creato le condizioni per questi ragionamenti (che sono fatti e non parole avventate).

E adesso me ne vado un po’ in giro: la giornata è fortunatamente bella.
Accontentiamoci.

 

3 Marzo, 2025 - Nessun Commento

HO CAMBIATO IDEA SU ZELENSKY

Una voce fioca quella di questo blog. Ma meglio un àlito che nulla. Voglio dire che ho cambiato opinione su Zelensky, il presidente dell’Ucraina invasa, aggredita, martoriata (lo dice Papa Francesco) dalla Russia colonialista e imperialista di Putin . Il fatto che io abbia cambiato opinione su Zelensky potrà suonare come  la voce di un muto, tanto è impercettibile. Ma voglio dirlo.

Prima il presidente ucraino mi stava abbastanza indifferente, pur apprezzandone il dinamismo disperato con quelle decine di voli, sempre a rischio, per mantenere vivo il contatto coi Paesi europei  ed occidentali (debbo includere anche Israele? Ne dubito grandemente con il suo Paese aggredito e martoriato.

Poi c’è stato il giorno della vergogna, quello in cui un grosso rappresentante di uno dei Paesi più forti mondo – un Paese che era nato e si era formato da una ribellione col suo Paese di origine – ha trattato Zelensky con arroganza, prepotenza e soprattutto maleducazione non solo diplomatica, ma proprio quella educazione che distingue da noi la persona normale da un selvaggio non-educato a modo nostro.

Ho osservato la reazione di Zelensky: impeccabile, silenziosa, stralunata ma ancora rispettosa verso chi lo irrideva. Una reazione da Grand’Uomo, da Eroe, che non pensava a difendere la propria indubbia onorabilità , ma pensava a difendere ancora una volta il suo Paese da possibili ulteriori punizioni,  a scapito della propria dignità. Zelensky ha mostrato di essere più serio di tutti i comici del mondo, anche quelli che si fanno forza del proprio immenso potere per sbeffeggiare un ilota.

Zelensky è diventato simbolo della Dignità universale e dell’auto-sacrificio. Pur di non danneggiare ancora il suo Paese con la vendetta e la ritorsione, oltre agli insulti che lui ha trasformato
in Dignità.

1 Marzo, 2025 - Nessun Commento

LA MORTE DI FULCO PRATESI

Un ricordo di Fulco Pratesi

Fulco Pratesi ci ha lasciato e noi lo piangiamo e lo rimpiangiamo. Ho avuto la fortuna di averlo come Consigliere e amico nel periodo della mia Presidenza alla Fondazione Roffredo Caetani, ma lo conoscevo  da una vita, da quando, negli anni Settanta, entrai come Consigliere nella stessa Fondazione e lui, che già si era fatto apprezzare come
geniale inventore dell’arte di riconoscere, ammirare, rispettare e difendere la Natura, mi aveva ovviamente preceduto nel privilegio di servire una Istituzione come quella creata da Lelia Caetani  con la collaborazione del marito Hubert Howard. Poi abbiamo vissuto molti, lunghi e preziosi anni di  amicizia e di impegno comune sia a profitto
della Fondazione che, in generale, a difesa dell’ambiente. Non solo quello di Ninfa e Sermoneta.  Alla Fondazione Lui ha dato tutto se stesso ed ebbe il colpo di genio di “inventarsi” il nuovo parco di Pantanello, aderente a Ninfa, destinandolo a culla per il recupero della vegetazione spontanea precedente la bonifica delle paludi. Là
dove la Fondazione gestiva un terreno agricolo di circa cento ettari, ebbe quell’idea, che fu realizzata col contributo di Arturo Osio, altro Presidente, altro amico della Natura nonché ex Presidente della Giunta regionale del Lazio, come allora si chiamava. Buon terzo collaboratore fu Lauro Marchetti, all’epoca Direttore del Giardino di
Ninfa. Pantanello fu sacrificato all’agricoltura e votato alla Natura spontanea che oggi lo caratterizza, dopo le diverse iniziative che prese un altro Consigliere, Maurilio Cipparone, che ne fece una palestra di piccole Guide del Parco, impegnando migliaia di giovanissimi studenti delle città vicine e svolgendovi il primo Bioblitz, ventiquattrore d’apertura alla ricerca di piante autoctone e di piccoli animali che vi abitano.

Di Fulco Pratesi dico soltanto queste poche parole di ricordo affettuoso, perché altre e più importanti fonti parleranno della sua fondamentale attività di Presidente del WWF e di inventore di oasi e riserve di protezione. Riposi in pace.

Un personaggio che non sarà facilmente dimenticato. Riposi in pace.

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