
GIARDINETTI, LA STORIA INFINITA
Prima avrebbero dovuto essere completati ad aprile, entro giugno, poi verso luglio, ora a fine anno 2025. I perché di questi ritardi non vengono
resi noti dal Comune. Anche Trump fa così. I “giardinetti”, già dedicati ad Arnaldo Mussolini ed ora assai più giustamente intitolati ai Giudici Falcone e Borsellino, non appartengono più alla Città, da un anno. Ad Alessandria, per le giornate da bollino rosso hanno in quarantott’ore allestito un’area di rinfresco, con alberi, fontane, rinfreschi. A Latina ci hanno tolto anche i Giardinetti, un’oasi di fresco naturale, botanicamente divenuta importante (anche se trascurata) nel corso dei novanta anni da quando vennero creati. Ora sono un’ enorme, disordinata, inutile cosa, che rubano ombra a tutta
la Latina “storica”, e aumentano il cammino dei pedoni (che debbono
aggirarli) e quello delle macchine (usate dai pedoni sfaticati, che vanno in auto piuttosto che fare cento metri a piedi). E soprattutto perché non si capisce questa gestione dei lavori, che subiscono
frequenti e dannose sospensioni per cause che il Comune non rende note
(quanto meno per giustificare se stesso).
E’ uno strano destino questo progetto del restauro e ammodernamento dei “giardinetti”. Al contribuente italiano, in un modo o nell’altro, costeranno più di 5 milioni di euro di PNRR. Ma il progetto non aveva una scadenza? E il Governo, nel dare i risultati parziali dei vari
progetti, non si è accorto di questa anomalia, che ha tolto agli abitanti di Latina il diritto di disporre di un’area ombreggiata?
Specie con questo caldo?
Se non è uno scandalo, ci assomiglia molto. Di più: il cattivo gusto di qualche amministratore comunale sta facendo sì che alla fine dei lavori non saranno più “giardinetti”, ma una specie di giardino
zoologico. La scelta di una recinzione alta e puntuta – non scavalcabile, in teoria – farà sì che chi sta fuori della rete sarà l’osservatore degli umani che si muoveranno all’interno, i quali, a
loro volta, si sentiranno come le tigri, le scimmie e gli altri animali custoditi in un bioparco.
Sembra quasi che la recinzione invalicabile faccia parte del “progetto
non-inclusività” degli amministratori.
Ma le cose che più preoccupano riguardano anche il prossimo futuro del
Parco Falcone e Borsellino. Attualmente è sommerso di pietrame, polvere, metalli, pali, cemento, calce: verranno rimossi con la indispensabile, totale diligenza? O finiranno sotto uno strato di
terra già esistente, con essa impastati e probabilmente destinati a far perdere la fertilità che ha fatto crescere pini, cedri, eucalipti platani, lauri, mimose? E gli alberi le cui radici sono state rimosse,
danneggiate, sfregiate avranno la stessa vitalità? E prima di riaprire al pubblico, il parco subirà un accurato controllo circa la capacità di resistenza degli alberi così a lungo trascurati e maltrattati, ed inclinati anche pericolosamente?
E nel 2032 il Parco Falcone e Borsellino sarà, finalmente, fruibile. dai Latinensi?