19 Maggio, 2025 - Nessun Commento

QUEL cimitero CHE DOVREBBE ESSERE un CIMITERO

Non ho mai capito perché l’Amministrazione comunale,  all’epoca guidata dal sindaco  Vincenzo Zaccheo, abbia sentito il bisogno di rinunciare alla gestione diretta del Cimitero e abbia, invece, preferito affidarla ad un operatore privato. Non l’ho capito, perché un Cimitero non è un’attività dalla quale si pretende di ricavare un lucro. Al contrario, è l’ultimo deposito di affetti familiari, una struttura dolente ma consolatoria, e questo si vede abitualmente dall’impegno che i frequentatori “forzati” impiegano per dare alle tombe dei propri cari l’affetto che possono ancora  esprimere.

Ma vi sono anche coloro che non hanno la possibilità di mobilitare risorse economiche, per quanto piccole, e si rendono autori di piccoli, odiosi episodi  di “prelevamento nascosto” di altrui cornici, anche fiori, scope lasciate nelle cappelline, piccoli ricordi privi di valore economico. Personalmente posso contare il “furto” (ma si può chiamare così?) di almeno una decina di scope. Ne avete bisogno? Prendetele in prestito, ma rimettetele al loro posto. Altrimenti potrebbe capitare a voi quello che è capitato a me: aver visto sparire l’ennesima scopa e non trovare, in cambio, una sola scopa “pubblica”, ma con mezzo manico e una spazzola che può soltanto sporcare e non  pulire.

Oggi, poi, di sabato, per la seconda o terza volta di seguito ho trovato il cimitero sporco, non spazzato, carente dei supporti minimi (una scopa, appunto, un raccogli-immondizia, il lavaggio del guano prodotto dai piccioni, divenuti i veri padroni di questo luogo). Più che un cimitero è un luogo che non interessa nessuno. Neppure l’appaltatore.

Non so – lo ripeto – perché Vincenzo Zaccheo abbia deciso di appaltare l’estrema consolazione, i sentimenti  di chi visita i morti. E’ stato
un appalto abusivo dei sentimenti più intimi di migliaia di persone.

E non capisco quale sia la convenzione che regola i rapporti tra gestore – si chiama Ipogeo, cioè “sotto la terra” – e Comune. Non si capisce se il gestore debba provvedere o no  ad evitare che una struttura fatta per una visita protetta da pioggia o vento, sia diventata una doccia nei giorni di pioggia. Le coperture sono ormai per il 60-70% (a occhio) permeabili alla pioggia e provocano sgocciolamento anche davanti alle cappelline e in genere nei corridoi.
Sono un forzato frequentatore del cimitero da decenni, e non ricordo di aver mai visto un operaio che tampona una infiltrazione di acqua.
Ci sono – è vero –  allestimenti per evitare che i frequentatori finiscano sotto una doccia particolarmente abbondante, ma li vedo da anni immoti e inutilizzati.

Però il reparto “tombe nuove” è ben messo. Forse per attirare utenti o aspiranti utenti e convincerli che un buon prezzo garantisce una buona
sepoltura?

Quando fui costretto a fare il mio acquisto (in lire)  presso la ricevitoria del Comune di Latina mi dettero le regole che dovevo osservare e quelle che avrebbe osservato il Comune. Io ho finora osservato le mie regole, il Comune no. E, nei giorni di pioggia, mi impedisce di visitare la cappellina dove riposano i miei cari. Ho osservato anche le regole imposte da tabelle esposte all’ingresso del Cimitero che mi dicono che è proibito “sostare nel Cimitero per più di 30 minuti”. Io ne impiego almeno 10 per andare e tornare, perché il cimitero si è espanso e si avvia ad avere una popolazione di defunti quasi pari alla popolazione degli ancora-vivi. Ho osservato anche la regola di non chiedere informazioni “a persone che non siano dipendenti del gestore”. Ma dipendenti del gestore non ne vedo mai e fortunatamente sono ancora abbastanza lucido per non perdermi nel labirinto del Cimitero. Come fare?

Oggi sono stato il primo a presentarmi ai cancelli. Ma c’è un’altra regola regola (anche questa incomprensibile)  che impone l’apertura dei cancelli alle 08,45. Io sono stato tanto malaccorto di arrivare alle 08,33, per cui ho dovuto attendere che il guardiano aprisse dopo 12 minuti, trascorsi a guardare il cielo e scambiare due chiacchiere con un’altra persona, giunta nel frattempo. Alle 08,46 ero, finalmente, nel recinto. Ometto altri dettagli, ne ho detti fin troppi, Ma voglio assicurare il Comune che non riuscirà  ad impedirmi di visitare i miei cari. Sperando che  non scoraggi i miei parenti a venire a deporre un fiore per me quando sarà giunto il mio turno.

 

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