31 Ottobre, 2019 - 1 Commento

RITORNO A PONZA
IL MEMORIALE DEL “SANTA LUCIA”

PIROSCAFO SANTA LUCIA AFFONDATO A VENTOTENE IL 24 07 943DSCN0794Ho scritto più di qualche volta del tragico affondamento del piroscafo “Santa Lucia”, avvenuto il 24 luglio 1943, nelle acque dell’isola di Ventotene. Il ricordo della tragedia è fortemente legato anche all’isola di Ponzai. La nave, difatti, proveniva da quest’isola quel mattino di luglio, quando fu avvistata da una squadriglia di ricognitori inglesi Beechcraft, provenienti dalle coste africane. La nave era a poco più di un miglio marino dallo scalo di Ventotene, e la squadriglia era sul punto di rientrare alla base dopo una inutile ricognizione. Il destino della nave e degli aerei li fece incontrare esattamente dopo due ore di navigazione da Ponza e dopo due ore di volo dall’Africa, Fu un incontro che segnò il primo vero episodio di guerra vissuta in provincia di Littoria, come allora si chiamava. Il “Santa Lucia” fu tradito dal colore con cui era stato verniciato tre anni prima, quando, allo scoppio della guerra, nel 1940, era stato militarizzato e sulla sua prua era stato montato un cannoncino. La nave dopo qualche mese venne demilitarizzata – non avrebbe potuto affrontare nessun mezzo marino avversario, piccola e fragile com’era. Ma il colore grigio militare con cui l’avevano dipinta fu lasciato e molto probabilmente fu quello che provocò l’attacco britannico. La squadriglia di sei aerei, in realtà, intercettò anche un pontone tedesco che navigava a breve distanza dalla motonave. E questo, sì, era armato e manovrato da un piccolo equipaggio del presidio tedesco di Ventotene, che indossava la divisa. Gli aerei si divisero in due squadriglie: una attaccò il pontone, che si difese sparando con la mitragliatrice pesante. Contro di esso venne lanciato un siluro che, però, sfilò sotto la carena piatta e si perse in mare. Il “Santa Lucia” fu attaccato dall’altra squadriglia e colpito da un siluro al centro della carena. I passeggeri si erano ricoverati nei locali sottostanti il ponte. La nave fu spaccata in due dal siluro e affondò in qualche minuto. I passeggeri rimasero intrappolati sotto coperta. Quattro marinai, tra i quali il comandante Cosmo Simeone di Gaeta, furono sbalzati in mare. Ne furono soccorsi e recuperati due soli in vita, il comandante morì il giorno dopo in un ospedale di Napoli per le ferite riportate.

Questo episodio è rimasto nel ricordo e nei cuori di Ponzesi e Ventotenesi. Negli anni Cinquanta, il relitto, spezzato in due, fu trovato dal famoso sub Raimondo Bucher a una profondità di circa 40 metri e da allora è divenuto meta di immersioni che hanno consentito il recupero di pochi frammenti della nave, ma di nessuna delle vittime. Di esse, anzi, si era perduto il ricordo, per cui i familiari non poterono neppure piangere i loro cari. Era andato perduto il faldone in cui erano raccolti gli elenchi dei militari che si trovavano imbarcati, dell’equipaggio civile e dei passeggeri. Furono avvertiti solo i familiari dei militari. Degli altri sembrò perduto ogni nome. Fino a quando, qualche anno fa, l’Archivista Capo delle Capitanerie di Porto, Cargnello, ritrovò il duplicato del faldone e svelò finalmente quello che era stato un mistero.

Ora a Ponza, con la collaborazione del Comune e ad iniziativa di parenti di alcune delle vittime, è stato allestito un piccolo ma dignitoso memoriale, in una stanza adiacente la sala del Consiglio comunale, che si trova in uno dei Cameroni occupati dai confinati dal fascismo. Un modellino dello sfortunato piroscafo e alcune vetrinette formano il piccolo ma significativo ricordo di quelle vite distrutte e di quell’episodio che insanguinò la provincia di Littoria prima ancora che la guerra di terra la investisse e la devastasse dal novembre 1943 al maggio 1944. Piccoli oggetti, un frammento della targa che reca scritto il nome della nave, piccoli pezzi della motonave, persino una superstite lampadina riempiono le vetrine a testimoniare una tragedia senza senso, come tutte le uccisioni provocate da quella che fu una guerra senza senso ma che costò centinaia di migliaia di vittime civili e militari al nostro povero Paese, che vi era stato trascinato con una deliberata incoscienza politica. Crediamo di rendere un modesto omaggio alle persone che persero la vita, pubblicando gli elenchi recuperati.

LE VITTIME DELL’AFFONDAMENTO

1. Personale civile facente parte dell’equipaggio (17 persone)

Capitano di L.C. Comandante Cosmo Simeone, Classe 1888. Matr. 7689, di Gaeta; I° ufficiale Romano Mario, classe 1898, Matricola 41344 di C./Stabia; I° Macchinista Terlizzi Vito classe 1889Matricola 71572 di Napoli; Nostromo De Angelis Antonio classe 1893 Matricola 49064 di Napoli; Caporale di macchina Bruno Luigi classe 1906 Matricola 67038 di Napoli; Marinaio Sferza Edoardo classe 1881 Matricola 31145 di Torre del Greco; Marinaio Esposito Francesco classe 1896 Matricola 41198 di C./Stabia; Marinaio Stiano Luigi classe 1897 Matricola 13509 di Torre del Greco; Giovanotto Ruocco Luigi classe 1905 Matricola 42495 di C./Stabia; Mozzo Collea Antonino classe 1910 Matricola 45410 di C./Stabia; Fuochista Iacono Aniello classe 1891 Matricola 52293 di Napoli; Fuochista D’Esposito Giuseppe classe 1902 Matricola 42793 di C./Stabia; Carbonaio Carcatella Ernesto classe 1892 Matricola 64467 di Napoli; Carbonaio Albanelli Ettore classe 1904 Matricola 71812 di Napoli; Carbonaio Di Maso Raffaele classe 1915 Matricola 77946 di Napoli; Cameriere Amendola Francesco classe 1894 Matricola 62729 di Napoli; Cameriere Di Fraia Luigi classe 1909 Matricola 69946 di Napoli.

Personale militare assegnato alla gestione del cannoncino (7 persone)

Capo Cannoniere 3^ Classe Visai Federico classe 1909 Matricola 1499; Serg. Cann. P.S. Parascandolo Carmine Classe 1912 Matricola 74695; Serg. Cann. O. Riccio Giuseppe Classe 1914 Matricola 74514; Serg. Cann. P.S. Manzo Vincenzo Classe 1915 Matr. 37250; Sottocapo Cann. O. Illardo Giuseppe Classe 1914 Matr. 74287; Sottocapo Cann. O. Accarino Francesco Classe 1915 matr. 12370; Marinaio Maggiacomo Luigi Classe 1917 matr. 46034.

Passeggeri imbarcati a a ponza (46 persone)

Vitiello Silverio di Francesco e di Furese Marianna nato a Ponza l’8 dicembre 1908; Galano Antonietta di Pietro e di Pagano Concetta nata a Ponza il 22 maggio 1926; Fino Vincenzo fu Salvatore e di Tagliamonte Grazia nato a Olbia il 24 maggio 1918; De Filippis Elena coniugata Piro; Misuraca Rosalia fu Salvatore e dfu Abete Maria nata a Ponza il 10 febbraio 1882; Vitiello Anna di Biagio e di Misuraca Rosalia nata a Ponza il 30 gennaio 1921; Guarino Silverio fu Aniello e di Califano Civita nato a Ponza il 29 settembre 1917; Iodice Libera da Ischia; Iodice Luisa da Ischia; Onorato Silverio fu Vincenzo da Ponza; Aprea Francesco di Luigi e di Balzato (Balzano?) Maria Giuseppa nato a Ponza il 30 maggio 1914; Feola Silverio fu Isidoro e di Di Meglio Maria Rosa nato a Ponza il 21 febbraio 1913; Sandolo Benedetto di Salvatore e di Aprea Maria nato a Ponza il 126 settembre 1908; Romano Pasquale di Giuseppe e fu Castaldi Francesca nato a Ventotene il 12 gennaio 1895; Romano Carmine di Francesco e di Aversano Maria Candida nato a Ponza l’8 gennaio 1912; Mazzella Emiliano di Silverio; Martini Vincenzo di Giacinto e fu Martini Anna Maria nato a Sutri l’8 settembre 1899; Loretti Vittorio di Bernardino e di Santi Zenaide nato a Selci Sabino il 17 giugno 1895; Fanfarillo Sisto fu Biagio e di Cianfrocca Maria Giuseppa nato ad Alatri il 13 settembre 1904; Ciccarella Ulivetto fu Dommenico di fu Berardi Caterina nato a Praduro il 23 settembre 1906; Tommasiello Sisto fu Antonio e di La Torre Arcangela nato a San Paolo (Brasile) il 22 agosto 1907 domiciliato a Roma via Cavour 146; Nalli Francesco fu Luigi e fu Felici Famosa nato a Morolo il 4 ottobre 1907; Bonamore Umberto di Alessandro e di D’Aquino Fortunata nato a Gallicano nel Lazio il 16 agosto 1922; Realacci Mario di Tommaso e fu Tornesi Emilia nato a Vallecorsa il 1° dicembre 1904; Provvidenti Antonio di Luigi e di Licursi Marianna nato a Ururi il 23 agosto 1921; Varlese Valentino fu Giuseppe e fu D’Alessandro Maria Giuseppa nato a Cassino il 25 maggio 1904; Moretti Vincenzo di Giuseppe e di Fantoni Anna Maria nato a Palestrina il 10 agosto 1920; Caringi Luigi fu Antonio e fu Alonzi Restituta nato a Sora il 7 maggio 1904; Paricelli Giovanni di Luigi e fu Ragozzino Maria Rosa nato a Macerata Campania il 26 novembre 1900; Cinelli Giuseppe; Ginestra Antonio; Giannotta Michele di Vito e di Mangini Elisabetta nato a Putignano il 4 maggio 1909; Verdino Salvatore di N .N. nato a Caltagirone il 29 settembre 1895; Balzerano Nicola di Arcangelo e di Testa Maria Assunta nato a Fabbrica di Roma il 5 dicembre 1910; Ponti Giovanni di Carmelo e di D’Alessio Maddalena nato a Soriano del Cimino il 27 dicembre 1910; De Bennati Ettore fu Federico nato a Gallipoli nel 1886; Capuano Giuseppe di Giovanni nato a Bacoli il 22 marzo 1916; Conte Teodorico fu Serafino e di Bernardo Caterina nato a Roma il 23 ottobre 1909 ; Inserra Luigi fu Pietro e di Carniglia Carmela nato a Siracusa il 3 marzo 1916; Tucciarelli Vincenzo di Cataldo e di Pazziosi Antonia nato a Villa S. Stefano l’8 agosto 1910; Capiccioni Fernando di N.N. e di Capoccioni (sic) Teresa nato a Ronma l’11 agosto 1909; Stima Lucia di Eduardo e di Vitiello Maria Salva nato a Ponza il 21 settembre 1920; Chiocca Vincenzo di Gennaro e di Grieco Rosalia nato a Pozzuoli il 3 gennaio 1914; Loffredo Salvatore fu Francesco nato a Sessa Aurunca il 30 aprile 1913; Sasso Silvio fu Francesco nato a Sessa Aurunca il 12 giugno 1905; Carrocci Romolo di N.N. e di Carrocci Setina nato a Roma il 17 aprile 1909.

1 Commento

  • Abbiamo incontrato Silvia mentre nella sede del club era esposta la bara di Mary Balzano, deceduta alla veneranda eta di 102 anni. Tutti in preghiera in attesa della Messa e della tumulazione. I defunti vengono tutti accompagnati allo stesso cimitero dove esiste una parte riservata alla comunita isolana. Si forma un lungo corteo di macchine con le luci accese in segno di rispetto per la persona defunta. Nel sono due le chiese che ospitano la statua di San Silverio: Santa Chiara e Madonna della Pieta. Il 20 giugno si svolge la tradizionale processione, con il santo che troneggia sulla barca portata a spalla dai fedeli. In quei frangenti, si parla una strano idioma tra ponzese, inglese ed italiano. Il corteo e aperto dalle bandiere italiana, statunitense e pontificia. Una ulteriore bandiera ‘stelle e strisce’ e portata a mano dai bambini della Prima Comunione, vestiti con abito bleu, pantaloni lunghi, e, al braccio, fascia bianca con fiocco. L apparizione della statua sul sagrato e salutata dalla riproduzione del suono delle sirene delle navi alla fonda a Ponza, naturalmente non manca lo sparo di mortaretti.

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