5 Dicembre, 2014 - Nessun Commento

LATINA REAGISCE
PER IMPEDIRE CHE LA CITTÀ DI FONDAZIONE DIVENTI UNA CITTÀ AFFONDATA

20141128_105244Latina sta imparando a indignarsi. E a ribellarsi. Questa è una buona notizia. Speriamo diventi una buona pratica, abituale, pronta a scattare ogni volta che la cattiva politica vuole sopraffarla, dimenticando quanto essa abbia già perduto nella considerazione e nella stima della gente qualunque.

Nel commento che abbiamo intitolato “Mani sulla città” di qualche settimana addietro, avevamo evidenziato alcuni comportamenti che vanno nella direzione opposta a quella che i Cittadini si aspettano da chi li amministra. Quei Cittadini ora sono scesi in strada. Per protestare. Non impugnavano forconi, ma la protesta ha avuto la forza minacciosa dei forconi. Si voleva distruggere una parte del Parco Santa Rita, sito in una area della Città che già conobbe nel passato rivendicazioni e sopraffazioni. Lo si voleva ricoprire di cemento. I Cittadini hanno detto senza mezzi termini che non sono più disposti a tollerare e assistere omertosamente gli interessi di una ristretta ma pertinace cerchia di soggetti politici ed economici, costituitisi in lobby.

Non basta: si voleva costruire un palazzo in un cortile di un edificio di fondazione, ossia in uno di quegli edifici realizzati negli anni Trenta del secolo scorso, dei quali la politica si riempie la bocca per esaltare le caratteristiche e la qualità dello stile architettonico di cui si rivestì Littoria/Latina. Si tratta di quegli immobili che privilegiavano il verde condominiale, aprendo i grossi palazzi al beneficio degli spazi comuni e di un poco di aria, due elementi che la cementizzazione urbana sta cancellando. Anche qui la gente è scesa in strada e ha fatto sentire la sua voce. Ed ha avuto partito vinta.

Poi è venuta la manifestazione più simbolica e pregna di significato ribelle: un giovane e coraggioso magistrato della Procura della Repubblica di Latina era stato palesemente minacciato (erano stati incollati sui muri manifesti funebri che ne annunciavano la morte e le esequie, proprio come nelle regioni ormai in mano alla mafia): bene, circa duemilacinquecento giovanissimi di tutte le scuole hanno occupato il viale che conduce al Tribunale e il grande piazzale che lo fronteggia, ed hanno urlato la loro solidarietà al giudice minacciato, contro la mafia, la camorra e la ndrangheta che si stanno infiltrando nei gangli politici ed economici di questa giovane Città. I giovani studenti difendevano non solo il diritto alla legalità e la voglia di stare in pace; difendevano il loro futuro, che i politici non sanno prevedere, né difendere. Saranno loro che dovranno subire le conseguenze di una insana gestione della Città di oggi, quando si troveranno a doverla gestire nel momento in cui saranno divenuti adulti. Quei giovani hanno chiesto ai politici di stare lontani dal loro corteo, e questo è stato uno schiaffo sonoro, al quale nessuno ha risposto. È la dimostrazione che la Città ha ancora una dignità e le forze per difenderla, per fare sì che la Città di Fondazione non diventi una città affondata.

21 Novembre, 2014 - Nessun Commento

GOVERNO LADRO: MA LA REGIONE LAZIO CI PRELEVA SEMPRE PIÙ TASSE ORMAI È LA PIÙ ESOSA IN ITALIA

Il Corriere della Sera di domenica 16 novembre 2014 informa che il Lazio è la Regione nella quale si paga la tassa regionale più alta in Italia (è quella che va sotto la specie formale di addizionale Irpef per le spese regionali). La spesa pro capite di ogni contribuente laziale supera i 580 euro ogni anno. Una spesa che cresce anno dopo anno, senza che al contribuente venga fornita alcuna spiegazione e senza che lo Stato garantisca, a sua volta, alcun controllo su questa non più “nascosta” e iterativa tassa sui redditi. Di più: per lo Stato si straparla se percepisce un euro in più di tributi; per Regioni, Province e Comuni, che attingono alla stessa mammella fiscale (cioè a noi contribuenti) nessuno è tenuto a fornire spiegazioni e nessuno alza la voce per protestare. Siamo davvero un paese con vocazione alla sudditanza. Forse questa debole voce di un Blog non è sufficiente a raggiungere la sordità dei politici del Lazio, ai quali chiediamo di spiegare come investono i nostri soldi, visto che ci minacciano di toglierci i servizi, a causa della riduzione della fetta erariale statale; ma non giustificano perché ci prelevano (di nascosto e surrettiziamente) sempre di più. Una risposta è dovuta, anche se il sordomutismo politico non è una malattia acuta, ma cronica. Anche presso quei partiti che predicano la trasparenza, la correttezza, la pulizia. Magari degli altri.

21 Novembre, 2014 - Nessun Commento

SMANTELLARE LA DUNA COSTIERA : COME RICREARE UNA LAGUNA PREISTORICA

circeoIl dottor Nello Ialongo, geologo e nel passato più volte sindaco di Sabaudia, torna sulla “provocazione” lanciata tempo addietro dall’ allora vice presidente f.f. della Provincia di Latina, Salvatore De Monaco. E fa le seguenti testuali considerazioni. Meditiamo gente, prima di aprir bocca.

Salvatore De Monaco ex presidente della Provincia di Latina continua a sostenere la sua tesi sull’ opportunità di demolire le dune litoranee pontine, cioè l’ecosistema che insieme al promontorio Circeo, ai laghi costieri e alla foresta, compone quell’impareggiabile gioiello della natura rappresentato dal comprensorio del Parco Nazionale del Circeo. Le dune sono considerate sito d’importanza comunitaria, cioè uno del tesori naturali più preziosi d’Europa. De Monaco evidentemente non è mai salito (ci si arriva in macchina) sul versante settentrionale del Monte Circeo da cui, guardando verso nord, si resta affascinati da un paesaggio tra i più belli del mondo.

Ma evidentemente il personaggio è un “duro”, certo non va per il sottile : spazziamo via le dune visto che creano tanti problemi per la loro difesa dalle varie forme di erosione!

Bisogna trovare qualcuno che con molta pazienza, magari attraverso una simulazione al computer, gli faccia capire cosa succederebbe ove si eliminassero questi fastidiosi “cumuli di sabbia”.

Non appena si dovesse spianare la duna per un tratto di alcune decine di metri, per esempio a Capoportiere, alla prima violenta mareggiata il mare rifluirebbe nella depressione retrodunale, ripristinando di anno in anno l’antica laguna che da Torre Astura si estendeva fino ai piedi del Circeo, con la conseguente scomparsa dei laghi costieri. Per fare un esempio puntuale: la chiesa “Stella Maris” sarebbe circondata dalle acque, venendosi a trovare all’interno di un bacino lagunare. Tutta la Marina di Latina si ridurrebbe ad una lunga e sottile isola sabbiosa, soggetta a smantellamento progressivo, mentre la nuova linea di costa raggiungerebbe in molti tratti la strada litoranea Fogliano – Borgo Sabotino o comunque si avvicinerebbe alla case attestate a valle di tale arteria.

Nel territorio di Sabaudia gli ombrelloni d’estate si dovrebbero mettere prevalentemente lungo il Diversivo Nocchia. La chiesa della Sorresca , la Caserma Piave e la Villa di Domiziano si troverebbero in riva al nuovo mare.

In realtà, nella strategia studiata da De Monaco, tutto ciò non avverrebbe. Prima della demolizione delle dune De Monaco farebbe costruire una potente scogliera rocciosa, munita di centinaia di pennelli perpendicolari alla stessa, di massi calcarei, che da Foce Verde giungerebbe fino al Promontorio. Ne ha già parlato in qualche altra occasione come una soluzione definitiva per arrestare l’erosione della costa. Un mio professore di Liceo soleva dire “de gustibus non est sputacchiandum”. In questo caso però se De Monaco trova un tecnico che gli fa un progetto di costruzione della scogliera e di demolizione delle dune dovrebbe munirlo di un largo e consistente ombrello.

Nello Ialongo

13/11/2014

 

 

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