10 Febbraio, 2015 - Nessun Commento

PATTO DI AMICIZIA TRA LATINA E TREVISO

foto-treviso-300x225Latina e Treviso hanno deciso, attraverso i rispettivi Sindaci, Giovanni Di Giorgi e Giovanni Manildo, di stringere un patto di amicizia tra le due Città. I due Sindaci si sono incontrati a Treviso, dove hanno gettate le basi per un accordo che trae fondamento da antichi e intensi legami storici e culturali nati con la fondazione della città di Littoria e con la bonifica dello Agro Pontino.

“L’obiettivo di intraprendere percorsi comuni e scambi culturali – scrive in una nota il Sindaco di Latina – per affermare e tramandare la memoria storica che unisce le due città è data soprattutto dalla attiva presenza della comunità trevisana di Latina che già da tempo porta avanti simili iniziative in collaborazione con il Comune di Treviso”. Si pensa a scambi culturali che coinvolgeranno le scuole e per i quali i rispettivi Assessori alla cultura sono già al lavoro. “E’ un piacere essere qui a Treviso e portare i saluti della nostra città ad una città che ci è molto vicino nella storia e nella cultura. A Latina ci sono tante tracce della vostra presenza, nelle tradizioni, nella lingua, nei cognomi delle famiglie. Da qui sono partiti in molti per venire a bonificare le nostre terre e a far nascere la nostra città. Un contributo prezioso e indimenticabile – ha affermato il sindaco Di Giorgi – per questo invito ufficialmente il sindaco di Treviso a venire in visita a Latina in occasione del prossimo anniversario della fondazione della città.” Il sindaco di Treviso ha accolto con piacere l’invito apprezzando il gesto e le parole spese per la sua comunità. Presente all’incontro anche l’assessore Marilena Sovrani, che ha avuto un colloquio con il collega alla cultura di Treviso.

 

 

 

 

 

 

6 Febbraio, 2015 - Nessun Commento

MOZZARELLA E MERCATO: QUANDO COMMERCIALIZZARE NON RISPETTA LA “TIPICITÀ”

mozzarellaAlcuni anni fa i produttori di mozzarella pontina decisero di aderire al Consorzio per la mozzarella di bufala campana e da allora e per molti anni (non so se anche ora) la mozzarella pontina è stata commercializzata con il marchio di “mozzarella di bufala campana”. In quel periodo mi interessavo di turismo e di giornalismo, ed avevo ben chiaro il concetto di “tipicità” del prodotto e di “identità” del territorio, di cui oggi si parla spesso a vanvera. In quello stesso periodo il vino a Doc prodotto nelle campagne di Aprilia e di Cisterna (ma anche di Latina e del Circeo) dopo tante ricerche, applicazioni e voglia di impegnarsi) venne venduto sotto il marchio commerciale di “vino dei Castelli Romani”, che aveva sicuramente una storia più antica e importante, ma per molti versi differente dalla nostra. Mi capitò, perciò, di scrivere sul quotidiano Il Messaggero, del quale ero collaboratore, un articolo nel quale muovevo qualche obiezione a questo desiderio di sppossessarsi della “tipicità” pontina a favore di altri. Ne ricevetti una irritata risposta dal direttore (o forse dal presidente) del Consorzio per la mozzarella di bufala campana, che dava il marchio ai latticini nostrani, e che da Caserta tuonava rispondendo alle mie caute obiezioni dicendo, in poche parole, che non sapevo nulla di commercializzazione dei prodotti. La stessa cosa mi fu obiettata da qualche rampante operatore pontino. In effetti, non facevo quello specifico mestiere, pur facendone uno molto prossimo (promotore di turismo). Ma non facevo questione di professionalità, quanto di buonsenso. Poi vennero gli sversamenti diffusi di materiali inquinanti nei terreni agricoli e di pastura delle bufale della Campania. E venne fuori lo scandalo della “Terra dei fuochi”, che era quella stessa terra che produceva il latte della bufala campana. La nostra mozzarella, pur se prodotta in un territorio completamente diverso e sicuramente più sano, seguì la sorte prodotta da quella cattiva pubblicità. Io non so, ripeto, quale sia la vendita dei prodotti pontini, né se essi si sono restituiti al territorio di produzione. So, però, perché me lo segnala un amico, Lorenzo Tonioli, da Bologna, che la situazione della mozzarella campana (cioè prodotta in Campania) è precipitata. Per saperne di più basta collegarsi al seguente sito, e ne tragga le conseguenze http://www.ilmattino.it/MANGIAEBEVI/LENEWS/effetto-terra-dei-fuochi-crolla-l-amp-39-export-di-mozzarella-di-bufala-57-milioni/notizie/1146202.shtml

2 Febbraio, 2015 - 2 Commento

FU BONOMI A RIBATTEZZARE LITTORIA COL NOME DI LATINIA

LATINA_LITTORIAIl quotidiano La Stampa di Torino del 23 novembre 1944, in una corrispondenza che – chissà perché – è datata da “Tangeri, mercoledì sera”, informa che “Bonomi ha deciso che la città di Littoria si chiami Latinia. Il nome del centro rurale costruito dal Fascismo (ndr: questo sostantivo è ancora scritto con la iniziale maiuscola perché La stampa si pubblicava nel Nord ancora in mano alla Repubblica di Salò) per dare una casa e un podere ai contadini italiani, sarà così depennato nei ruoli dei comuni e scalpellato nelle insegne stradali”. Il commento del quotidiano è coerente con la sua posizione geografico-politica: “Bonomi e compagni si illudono di poter cancellare dalla storia e dalla geografia con una stolta quanto inutile deliberazione, uno dei capolavori della titanica lotta condotta da Mussolini nell’Agro pontino. La deliberazione di Bonomi lascia il tempo che trova. Resta, però, la constatazione di un deplorevole e ridicolo sfregio che, se non intacca la sostanza, costituisce, comunque, una ingiuria al buon senso”. Ivanoe Bonomi, liberale, fu presidente del Comitato di Liberazione Nazionale e primo ministro dal giugno alla fine di novembre 1944. Traccia di quella sua decisione toponomastica si rileva da alcune lettere che ho avuto modo di leggere tra le carte dell’ Archivio di Stato di Latina. Cambia, dunque, sia pure di poco, la procedura fin qui conosciuta relativamente al mutamento del nome del capoluogo pontino. In realtà – a parte la piccola differenza nominale tra Latina e Latinia – Bonomi fu un precursore, perché solo nel gennaio 1945 la Commissione provinciale pontina composta dai partiti del CL provinciale, deliberò, a maggioranza, di abbandonare Littoria per un nuovo nome, inoltrando la pratica al Prefetto che, a sua volta, la inviò al Governo. Solo nel maggio di quello stesso anno, il cambiamento del nome fu sancito con un decreto.

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