8 Settembre, 2015 - 2 Commento

FORMIA. MOSTRA DELLE OPERE DEL PITTORE ANTONIO SICUREZZA NEI 110 ANNI DALLA NASCITA

sicurezzaL’ ammiraglio Eugenio Sicurezza ha dedicato al padre Antonio, grande pittore realista ed eccellente espressivista, un nuovo volume-catalogo, che contribuisce alla minuziosa e paziente ricostruzione del profilo artistico dell’Artista nella ricorrenza dei 110 anni dalla sua nascita. Il Comune di Formia ha dedicato a Sicurezza una delle sale del Comune, raccogliendovi alcune delle opere recuperate tra l’ abbondante e sempre fresca e originale produzione lasciata e distribuita tra collezionisti privati e istituzioni pubbliche. E sabato 12 settembre, con inizio alle ore 18, dedica al pittore anche una mostra antologica nei locali della suggestiva medievale torre di Mola. Il volume “Antonio Sicurezza a Formia” è èdito da De Luca Editore in Roma e comprende oltre ad un testo critico di Teresa Sacchi Lodispoto e una prefazione di Carmen Moscariello, una serie di riproduzioni dei dipinti. Si tratta di un’opera di grande interesse documentale e bibliotecario che rende onore ad Antonio Sicurezza e anche al figlio che sta impegnandosi nella ricostruzione della figura del Padre, non comune esempio di amore e di gratitudine.

Scrive l’ammiraglio Eugenio Sicurezza in una corrispondenza privata: “Il volume è in parte catalogo della mostra sui 110 anni dalla nascita organizzata dal Comune di Formia, ma è soprattutto un documento sulla importanza della località per la crescita artistica del pittore e sulle numerose opere di questo presenti nelle chiese e nella Sala Sicurezza del Palazzo municipale. Il volume si presenta in definitiva come una dichiarazione di amore per Formia. ” La mostra si protrarrà fino all’11 ottobre 2015.

8 Settembre, 2015 - 1 Commento

RITORNA ALLA LUCE
A SERMONETA
LA MACCHINA DELL’ ACQUA

macchina acqua sermonetaAd iniziativa dell’ Associazione Amici del fiume Cavata, che sta compiendo una benemerita opera di valorizzazione del circuito fluviale in Agro Pontino, promuovendo l’ uso della canoa sui tratti più suggestivi dell’ itinerario idrico della ex bonifica, sono stati avviati e compiuti i lavori di ripulitura e di restauro visivo di un antichissimo edificio tecnico, la c.d. “macchina dell acqua” in territorio di Sermoneta. L’ edificio, che risale al XIX secolo, fu realizzato da Casa Caetani allo scopo di garantire il rifornimento idrico della grande cisterna del castello medievale che domina il grazioso e suggestivo centro abitato lepino. La macchina, poi, fu utilizzata per assicurare il rifornimento allo stesso Comune e ad altri aggregati collinari. Donata dalla Famiglia Caetani all’ Amministrazione comunale sermonetana, la macchina dell acqua perse importanza con la realizzazione degli acquedotti civici, e andò in deperimento, pur senza perdere i suoi antichi connotati di primo strumento tecnico-idraulico. La “macchina” in effetti, pompava acqua dal fiume Cavata e la immetteva, attraverso un sistema di pompe, in condotte che salivano dalla pianura pontina fino al punto più alto della collina lepina. Rappresenta, dunque, una parte importante della storia del territorio e del suo insediamento. Ma lo stato di abbandono aveva fatto sì che l’ edificio che ospitava la “macchina” fosse ricoperto di rovi. La Associazione Amici del fiume Cavata ha compiuto un’ opera di pulizia che ha restituito alla visione del pubblico quella che oltre ad essere una curiosità, è parte della storia del territorio. Nella foto l’ edificio come appare dopo la ripulitura.

24 Agosto, 2015 - Nessun Commento

RIEMERGE DALLA SABBIA UN FRAMMENTO DELLA DIGA SETTECENTESCA DISTRUTTA NEL CANALE DI SABAUDIA

torre paolaPoco dopo la metà di luglio, dalla sabbia della spiaggetta di Torre Paola, alla base occidentale del promontorio dei Circeo, in Comune di Sabaudia, è riemerso un frammento del passato monumentale di questa splendida area. Si tratta di un pezzo della epigrafe che ornava e documentava la grande diga che i papi del Settecento fecero costruire sul canale di navigazione romano che dal mare di Torre Paola conduce al lago omonimo, adagiato lungo la moderna città. La diga serviva a frangere l’ impeto dei marosi e impedire che essi si riversassero con tutta la loro forza nello stretto canale, minandone alla base le forti banchine dell’ antico porto romano, e mettendo a repentaglio la miracolosa stabilità e l’ incredibile equilibrio che nei secoli ha tenuto ferma al suo posto la montagna di sabbia e di duna che si alza ai lati dello stesso canale. Se la duna cedesse, essa si riverserebbe e colmerebbe il canale, interrompendo il ricambio vitale dell acqua di mare e del meraviglioso bacino interno. Per contro, la diga, vista dalla parte interna, fa da barriera al defluire indistinto delle acque lacustri nel mare. Un tempo solo per impedire una evasione dei pesci che vi si allevavano nella Azienda Vallicola del Lago di Paola; oggi (anzi, ieri) per proteggere lo specchio lacustre.

Due volte dal Settecento la diga è stata violata: durante l occupazione nazista della Pianura Pontina dopo l’ armistizio dell’ 8 settembre, e quello fu un mero atto di teppismo bellico e di vandalismo ignorante, perché far saltare in aria quella diga non procurava alcun vantaggio al progetto di allagamento messo in atto dalle truppe per frenare l avanzata alleata. La seconda volta è stato negli anni Novanta del Novecento, quando uno dei proprietari del lago, con un colpo di mano notturno, demolì la diga (nel frattempo ricostruita con i fondi della Cassa per il Mezzogiorno) allo scopo di eliminare un ostacolo alla navigabilità del canale e alla portualizzazione del lago. Nessuno ha imposto al demolitore la ricostruzione del monumento.

Come si accennava, la grande epigrafe dedicatoria apposta nel Settecento a ricordo e a spiegazione della erezione dell opera, volò in pezzi e nessuno si preoccupò, dati i tempi di guerra, di tentarne un recupero, neppure quando fu riedificata la diga. Quel frammento riemerso dalla sabbia appartiene a quella epigrafe, e ne costituisce preziosa testimonianza. E’ stato recuperato e ci si augura che possa figurare nel Museo del Mare e della Costa di Sabaudia.

 

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