6 Ottobre, 2022 - Nessun Commento

1/LATINA E LA SOCIETÀ PONTINA DALLA FINE DELLA GUERRA AGLI INIZI DEL BOOM ECONOMICO

La provincia di Latina costituisce, indubbiamente, un caso esemplare del profondo rinnovamento che dopo la guerra investì tutti gli aspetti della vita nazionale e locale. Considerando l’anomalia del primo decennio di vita (1934-1944) della provincia di Littoria (unione di territori eterogenei, costruzione di nuovi nuclei urbani, forti ondate immigratorie, impianto di un modello strutturale e relazionale imposto dall’alto, drammatico coinvolgimento nelle vicende belliche, pressoché totale distruzione di tutto ciò che era stato fatto negli anni Trenta), potrebbe non essere azzardato affermare che questa Provincia abbia iniziato la sua normale vita solo a partire dal 1945.

In effetti, il postfascismo trova un’aggregazione sociale nel superamento di una origine datata e “firmata” attraverso la ricerca di una dimensione nuova, tra lo stupore per essere sopravvissuti alla guerra, i tribunali dell’epurazione, il ritorno dei reduci, il rientro degli sfollati, il bilancio dei morti, feriti e delle distruzioni belliche. E, poi, il ritorno ai luoghi di antica residenza di alcuni degli immigrati bonificatori dei primi anni, il vacillare della riforma fondiaria basata sulla colonizzazione dei terreni bonificati, nuove immigrazioni e, infine, la rivoluzione socio-antropologica determinata dalla Casmez e dalla crescita dell’industrializzazione, lo sviluppo demografico impetuoso, la disordinata crescita urbanistica, tra il rifiuto dell’architettura simbolica (Casa del contadino di Littoria), delle esperienze fasciste e le nuove esigenze e la crescente funzione di Latina come polo attrattore di un bacino demografico e culturale del contorno (collina e pianura).

L’immagine post bellica della città è quella di un palcoscenico senza quinte né sfondi.

I palazzi del regime sono come fantasmi desolati, sventrati o feriti o abbandonati Palazzo M, ex GIL, Casa del Combattente. Casa del Balilla, ex ONMI, ecc.) la città è stata interrotta nel suo primo crescere, come fosse stata colpita da una forma poliomielitica. La città “fondata” non ha avuto tempo di crescere: dietro lo stadio c’è il deserto, attorno al Tribunale crescono prati di erbacce, i depositi di gas sotto terra, svuotati, erano una curiosità da scoprire. La circonvallazione era l’anello-confine valicato soltanto dal quartiere dell’ICP, che oggi chiamiamo quartiere Nicolosi, dal nome dell’architetto che lo progettò. I suoi rapporti col territorio finitimo sono ancora precari e affidati alla direttissima ferroviaria e a poche “corriere”, che la mattina non riempiono ancora le scuole di Latina, per svuotarla al termine delle lezioni.

La povertà è drammaticamente vissuta, meno dignitosa di quella che Stig Dagermann descrisse dell’autunno tedesco nel suo omonimo reportage su Berlino e sulla Germania distrutte; si lotta per un pasto, per un tetto, esclusa ogni forma di privacy.

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La nuova provincia di Littoria aveva affrontato la guerra in condizioni economicamente difficili e in una grande precarietà sociale ed organizzativa. Era nata appena nove anni prima, e a quel momento presentava un quadro socio-economico molto fluido. Nel 1938 la popolazione provinciale censìta era cresciuta fino a 241.430 abitanti (non so se vi erano inclusi i circa 80 mila operai che in sei anni circa la popolarono per costruire le “città nuove” e bonificare la palude) : da quell’anno 1938 la crescita si era attenuata progressivamente fino ad interrompersi con l’interruzione del flusso migratorio che aveva accompagnato i lavori per la bonifica dell’Agro pontino (l’Archivio di Stato di Latina ha compiuto il meritorio gesto di rendere disponibili i nomi dei circa 80 mila operai che vennero assunti in vario modo). Ciononostante, nel 1942 gli abitanti erano saliti a 258.150 unità, con un incremento dovuto al saldo naturale.

I Comuni che formavano la Provincia erano 30 rispetto agli attuali 33, in quanto Maenza e Roccasecca dei Volsci erano aggregati a Priverno dal 1928, e SS. Cosma e Damiano a Castelforte (riacquisteranno tutti l’autonomia nel 1947). (1 – continua)

* Questo resoconto attinge molte informazioni da una pubblicazione che l’autore ha scritto insieme al dottor Erasmo Fiumara in occasione dei cinquanta anni di costituzione dell’Associazione Industriali di Latina (Aspetti del processo di sviluppo industriale in provincia di Latina tra il 1944 e il 2004).

La maggior parte delle informazioni proviene dall’Archivio di Stato di Latina – Prefettura di Littoria, Gabinetto

 

 

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