12 Agosto, 2016 - Nessun Commento

L’EROSIONE DA IGNORANZA
AL LIDO DI LATINA

erosione-689x388La presunzione da ignoranza è parente prossima della ignoranza da presunzione. La prima appartiene a chi scrive questo pezzo, presumendo di dire cose scientifiche senza averne la professionalità, ma solo alcune nozioni che gli derivano da una osservazione pragmatica dei fenomeni che segue e fotografa dagli anni Sessanta del Novecento e da una certa contiguità con i professionisti che se ne sono interessati. Di questa rispondo.

Ho letto nei giorni scorsi che un drone ha “scoperto” che a Latina Lido l’arenile si sta ritirando a causa di un accentuato fenomeno di erosione che sembra disceso dal mondo di Alice. Ho letto di tesi riferite a non so quanto illustri conoscitori e studiosi del fenomeno circa cause le più disparate.  Che a Latina Lido c’è un fenomeno di erosione lo sappiamo tutti, e ne faccio una brevissima cronaca. Tra gli anni Ottanta e Novanta del XIX secolo la Regione finanziò uno studio dell’ingegnere Berriolo, l’unico che abbia fatto qualche cosa di sensato per frenare l’avanzata del mare dovuta a cause diverse (flessione degli apporti riequilibratori dei fiumi, scioglimento dei ghiacci, nuova lenta ingressione marina, già segnalata dal professor Arturo Bianchini in un numero di Economia Pontina degli anni Cinquanta-Sessanta, se ben ricordo). L’ingegner Berriolo, che ha salvato le spiagge di Terracina, di Vindicio a Formia, oltre ad aver frenato l’erosione da Fondi Lido a Sperlonga) intervenne sulla spiaggia di Foceverde soggetta a una feroce erosione. Trovò il rimedio, ma mancarono i soldi per attuare il piano dio contenimento di lungo periodo. Berriolo avvertì che lo stato di ottenuto ri-equilibrio non sarebbe durato più di due-tre anni, dopo di che l’erosione avrebbe ripreso se fossero mancati gli interventi stabilizzatori. Che mancarono. Lo stato di quiete/equilibrio durò più delle previsioni di Berriolo: durò circa sette anni, dopo di che il mare riprese a fare il suo mestiere, erodere. A quel punto il mare entrò aggressivo e ristoranti e stabilimenti di FoceverdE furono esposti alla distruzione. Si decise non di spendere i soldi per il contenimento studiato, ma erigendo barriere di scogli che innalzarono il livello del mare e aggravarono le condizioni di base del processo erosivo.

A quel punto la Regione, disconoscendo tutto il buono che aveva fin lì fatto, approvò il nuovo piano di contenimento mediante barriere di scogli perpendicolari al mare. La spiaggia nell’immediato si riformò sul posto, ma l’erosione riprese violenta verso est. Allora fu creata una seconda barriera, e avvenne esattamente la stessa cosa. E così di seguito. Conclusione: era confermata la tendenza ormai nota e acclarata che il mare erode procedendo verso est. E proseguendo con questo metodo – sempre dettato dall’emergenza, visto che i periodi di calma venivano scambiati, errando, per momenti di riequilibrio – si arriverà a cancellare le dune fino a Sabaudia. Ricordate quando il mare invase la Lungomare di Latina? Ricordate la lungomare presso Caterattino aggredita dalle onde due anni fa? E guardate a cosa è ridotta la duna della “strada interrotta”. Non è il destino cinico e baro: è la ignoranza da presunzione di chi non vuole tenere conto dei risultati ottenuti dagli altri e inventa metodi nuovi in un mondo – quello della Natura – che opera sempre con le stesse leggi. E allora, signori, tenetevi l’ignoranza. E anche l’erosione.

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